Terni, 40enne amerina con pistola e coltelli aggredisce il poliziotto antidroga che la blocca e resta ferito

Per l'ispettore Claudio Nannini una lesione al menisco

Terni, 40enne amerina con pistola e coltelli aggredisce il poliziotto antidroga che la blocca e resta ferito
di Nicoletta Gigli
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Giovedì 5 Ottobre 2023, 07:26

TERNI - Ha rubato la pistola e due coltelli a casa di suo padre, li ha messi nella borsa e poi si è messa a cercare l’ispettore dell’antidroga, Claudio Nannini.

Responsabile, a suo dire, di averla fatta passare come un’informatrice della polizia sui giri di spaccio in città.

Non riuscendo a parlarci la donna, 40 anni, originaria di Foce di Amelia, ha tentato di sfogare la rabbia contro un gruppo di immigrati che passeggiavano in vale Brin.

Quando i poliziotti della Mobile hanno saputo che era armata le hanno dato la caccia. A bloccarla sarà proprio l’ispettore Nannini, che resta ferito e riporta una sospetta lesione al menisco.

Per lui è la terza aggressione rimediata durante operazioni per catturare i pusher. Con le stampelle accompagna la donna, arrestata per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, possesso abusivo di armi e di armi da fuoco, in tribunale per la direttissima. Il giudice, Simona Tordelli, dispone l’obbligo di firma in attesa del processo di giovedì prossimo.

La vicenda, che avrebbe potuto avere conseguenze più pesanti, inizia con una telefonata alla squadra mobile.

La 40enne, nota agli uffici per piccoli precedenti legati al consumo di droga, si qualifica e con toni non proprio amichevoli pretende di parlare con Claudio Nannini che - afferma - l’ha bollata come informatrice della polizia.

Dopo dieci minuti la Mobile riceve la chiamata dei carabinieri di Amelia.

Riferiscono che la 40enne ha rubato a casa di suo padre una pistola, regolarmente detenuta, e due coltelli.

In questura scattano le misure di sicurezza, vengono chiusi i cancelli in ferro e le porte d’accesso. Carabinieri e polizia iniziano la caccia alla donna armata. Si teme possa sfogare la violenza contro chiunque si trovi davanti.

Gli agenti dell’antidroga la individuano di fronte a un bar di viale Brin. Lei sta inveendo contro alcuni immigrati quando Claudio Nannini la blocca alle spalle. Per tenerla ferma rimedia una lesione al menisco mentre i colleghi recuperano la borsa con dentro le armi. Viene portata via tra gli applausi degli stranieri che poco prima hanno rischiato grosso.

L’ispettore Nannini per la terza volta finisce in ospedale. Nel 2018 due aggressioni a distanza ravvicinata. La prima quando il superpoliziotto dell’antidroga schivò, a piazza Solferino, una coltellata al petto ferendosi ad una mano. La fasciatura non fermò la voglia di andare a fondo per assicurare alla giustizia un pusher la cui pericolosità era scritta nel suo curriculum criminale. Due giorni dopo, libero dal servizio, incrocerà lo straniero in via Tre Venezie e lo seguirà dentro la casa che ha occupato. Lui reagisce a colpi di coltello causando ferite che costringeranno Nannini ad un lungo periodo di malattia e a delicati interventi chirurgici.

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