Terni, l'esperto: «Negli anni tagli indiscriminati degli alberi: un piano per salvarli e ripiantarli»

Terni, l'esperto: «Negli anni tagli indiscriminati degli alberi: un piano per salvarli e ripiantarli»
di Lorenzo Pulcioni
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Martedì 1 Settembre 2020, 09:25

TERNI «Le scelte di abbattimento degli alberi negli ultimi anni hanno esulato dall'effettiva competenza. I cedri e i lecci della Passeggiata possono venire giù in qualsiasi momento». Walter Mattioli, dottore agronomo forestale, in tempi non sospetti ha bussato anche alla porta del sindaco Latini per ribadire che a Terni c'è un problema serio con gli alberi. Pare sia ancora in attesa di una risposta.
La polemica sulla gestione e manutenzione del verde dopo alberi caduti e strade allagate è diventata politica con l'attacco delle opposizioni e la difesa della maggioranza.
L'assessora Benedetta Salvati ha rivendicato la messa in sicurezza di viale Lungonera e l'abbattimento di alberi sempre seguito dalla posa a dimora di un numero maggiore di esemplari diversi.

I pini. «La gente ha paura dei pini – spiega Mattioli - ma in realtà se c'è un evento metereologico estremo tutte le piante sono potenzialmente pericolose. Il pino interagisce male con i manufatti urbani e rompe il manto stradale. Quando sono stati piantati anni fa, nessuno ha pensato allo sviluppo urbano. A Villa Borghese, dove crescono nello spazio giusto, non si ribaltano». Perché critica le scelte di abbattimento degli alberi? «In via Lungonera sono stati tagliati a raso tutti i pini vicino alla pista ciclabile, ma ne sono rimasti altri vicino al fiume con gli stessi problemi e che infatti sono caduti. Tagliare un albero e ripiantarlo è la scelta più facile e costa meno che mettere mano ai danni del passato. Il problema è che Agenzia forestale, Vigili del Fuoco, Comune non hanno l'unica figura necessaria in questo campo: il dottore agronomo forestale. L'unico con le competenze necessarie a fare una perizia e decidere cosa abbattere e dove. Ma serve un protocollo scientifico e analisi strumentali che hanno un costo. Attualmente non c'è nessuno in grado di poter dire a livello legislativo su quali basi viene scelto abbattere certi alberi abbattere».

Alcune specie ad esempio sono meno soggette a cadere, ma hanno altre controindicazioni. «I cipressi hanno un’alta carica allergologica. Lo stesso i pioppi che vanno tenuti lontano dalle scuole. I tigli si ammalano frequentemente, basta vedere in che condizioni sono quelli in viale Brin rispetto ai tigli in piazza San Francesco. E producono una resina che è meglio tener lontano dalle auto e quindi dai parcheggi. I ciliegi sono bellissimi ma attirano gli uccelli che possono sporcare e non è il caso di piantarli in zone frequentate. Solo un esperto può dire quale albero va bene in una zona». A Roma sta per partire la mappatura di 330 mila alberi cittadini per la messa in sicurezza: «Il censimento del verde urbano è sacrosanto ma ha i suoi costi. Serve un piano organico di sfruttamento del verde» conclude. 

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