Suarez, il compito farsa: la famiglia, il cocomero e Torino. Tutte le domande fatte al bomber

Il compito farsa dato in precedenza a Suarez
di Michele Milletti e Egle Priolo
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Domenica 27 Settembre 2020, 07:36 - Ultimo aggiornamento: 12:57

PERUGIA «Fagli scegliere queste due immagini». Eccole: una famiglia che fa la spesa nell’ortofrutta di un supermercato, con il bambino sorridente che tiene in mano un quarto di cocomero, e un papà che fa la lavatrice con il figlio. Ci sono anche un’insegnante accanto allo studente che fa i compiti e un’allegra famigliola che insapona i piatti. 

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Ecco il compito dello scandalo, quello che Luis Suarez si è trovato davanti durante l’esame per il livello B1 di lingua italiana all’Università per stranieri. In realtà solo una parte dell’esame effettivo, che dura in tutto due ore e mezza, ma è esattamente il testo della (sola) prova orale per cui le regole del Celi – il Certificato di lingua italiana per immigrati - prevedono una durata di 10/12 minuti, con un peso del solo 25 per cento della votazione complessiva. E combinazione, è di circa 12 minuti il video dell’esame «farsa» agli atti dell’indagine, che vede indagati la rettrice Giuliana Grego Bolli, il dg Simone Olivieri, insieme a Lorenzo Rocca, Stefania Spina e Cinzia Camagna. 



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«Fagli scegliere queste due immagini» è proprio la frase che la professoressa Spina, intercettata dalla guardia di finanza, racconta al telefono le abbia detto Rocca, l’esaminatore. «Gli ha fatto la simulazione dell’esame – prosegue - e abbiamo praticamente concordato quello che gli farà all’esame». Da qui, secondo quanto emerso dalle indagini, l’invio al giocatore uruguaiano del pdf con il fac simile della prova, una delle tantissime pubblicate sul sito della Stranieri per esercitarsi e provarsi in vista del test. E durante il contestatissimo esame del 17 settembre a palazzina Prosciutti, la commissione ha seguito la traccia di quel pdf trovato dalla guardia di finanza: una breve presentazione del candidato e poi quelle due immagini da guardare per 20 secondi e da descrivere in un italiano fluente. A seguire una domanda sulla famiglia di Suarez e dopo - saltando a quanto pare un quesito sulla Costituzione italiana e l’uguaglianza tra moglie e marito - un racconto immaginario su una «situazione comunicativa» in cui Suarez ha dovuto parlare del suo trasferimento in una nuova città (in quel momento era Torino, per l’interessamento della Juve) e del consiglio chiesto a una vicina «un bel posto dove poter trascorrere una domenica» con moglie e figli. 

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Al di là dell’ipotesi del compito passato al Pistolero per un gol a porta vuota (da cui nasce l’accusa di rivelazione di segreti e falso ideologico), mancano evidentemente all’appello dell’esame le due ore di prova scritta e lettura più i 20 minuti di ascolto, visto che Suarez è entrato alle 15.33 nella succursale dell’ateneo e alle 16.08 l’Ansa già batteva la notizia della sua promozione. Mentre gli indagati (assistiti dagli avvocati David Brunelli, Francesco Falcinelli, Gepi Innamorati e Cristiano Manni) sono certi di poter dimostrare la correttezza del proprio operato, al procuratore Raffaele Cantone e ai sostituti Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti - impegnati domani in un vertice per riprogrammare l’attività d’indagine – basterebbe anticipare l’audizione del bomber (ora Atletico Madrid) per levarsi ogni dubbio. E capire se retrocederlo da B1 alla A: il paradosso per un campione. 

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