Sgarbi al Todi Festival: vi racconto
Michelangelo tra polemiche e censure

Sgarbi al Todi Festival: vi racconto Michelangelo tra polemiche e censure
di Michele Bellucci
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Martedì 29 Agosto 2017, 10:04
Evento di spicco nel programma della trentunesima edizione del Todi Festival sarà lo spettacolo che Vittorio Sgarbi dedicherà alla stupefacente arte di Michelangelo Buonarroti, in programma sabato 2 settembre in piazza del Popolo (inizio alle 21.00). Un evento atteso da molti, visto anche il grande successo del precedente "Caravaggio" che il professore ferrarese portò in Umbria lo scorso gennaio. In scena verrà approfondito un periodo emblematico ed affascinante come il Rinascimento, con intermezzi musicali di Valentino Corvino e visual a cura di Tommaso Arosio. Lo spettacolo è organizzato dal Todi Festival in collaborazione con l'associazione Umbra della Canzone e della Musica d'Autore.

Vittorio Sgarbi, come mai dall'iniziale idea di uno spettacolo intitolato "Il Rinascimento" si è arrivati a "Michelangelo"?
Questa è una bella domanda. In effetti una sera mentre facevamo Caravaggio era nata l'idea di un lavoro sul Rinascimento, che doveva narrare tanti autori e mi sarei divertito ad affrontarne diversi ad ogni replica. Poi ho deciso di creare un movimento politico da chiamare proprio "Rinascimento" e certamente ci sarebbe stata una specularità, perché l'idea è quella di riportare cultura nella politica. Sono due cose che assolutamente non devono andare separate, perché sbagliava Tremonti nel dire che "la cultura non si mangia"…

Quindi siete stati costretti a cambiare titolo?
No, l'abbiamo scelto perché una tale coincidenza nella visione schematica purtroppo prevalente sarebbe potuta apparire come propaganda politica e non volevamo rischiare che accadesse. Alcuni direttori di teatri e impresari hanno recepito il conflitto d'interessi quindi per evitare polemiche abbiamo deciso di usare Michelangelo, che sintetizza tutto.

Quali sono le principali differenze d'impostazione con il precedente spettacolo?
In Caravaggio c'erano passaggi non legati alla comune concezione dell'arte, mentre in questo tutto ruota intorno a questioni artistiche. Non c'è spazio per parlare d'altro, a parte una variegata serie di confronti. Nessun artista ha saputo influenzare il futuro come Michelangelo, quindi nello spettacolo trovano posto anche Picasso, Marino Marini, Giacometti e altri.

C'è anche Courbet con la sua "L'origine du monde"...
Sì, contrapposta al "Giudizio Universale". Quell'opera ha determinato l'effetto censura su Facebook che poi si è ripercosso sulla mostra a Gualdo Tadino ("Seduzione e Potere", fino al 3 dicembre, ndr), purtroppo è l'anima idiota e meccanica del Social. Però questo tipo di censura è sempre utile e così è stato, sebbene non c'è altra volontà che mostrare un'opera e il suo significato.

E invece la musica che ruolo ha nello spettacolo?
Il racconto sembra una lunga conferenza, a parte qualche animazione e agitazione. Quindi in sei momenti viene interrotto il mio monologo da interventi musicali che riportano la concentrazione su quel che è stato detto; nello spettacolo precedente la cosa era nata quasi per caso, ma ha funzionato e stavolta abbiamo deciso di inserire queste musiche che non sono d'epoca ma si incastrano perfettamente. 

Ci sono delle affinità tra lei e Michelangelo?
Si sa che anche lui, come del resto Caravaggio, aveva un temperamento piuttosto burbero. Però, tolta la locandina che vede il mio volto abbinato al suo, non sento particolarmente collegate le nostre esperienze umane. Il legame è comunque forte e mi riporta alla polemica contro il disallestimento della Pietà Rondanini a Milano, da quello realizzato splendidamente nel '58 dallo Studio BBPR per arrivare all'orrido allestimento di De Lucchi. Provo tutt'ora una sorta d'indignazione per l'orrore che non sono riuscito ad impedire…

Conferma che d'ora in poi sarà spesso in Umbria?
Sì, dato che tra ottobre e novembre inizierò a tenere un corso all'Università. Nei prossimi mesi capiterò a Perugia frequentemente.
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