Terni, Piscine dello Stadio: dopo due mesi cala il silenzio. Gli utenti agguerriti pensano anche a denunce penali

Terni, Piscine dello Stadio: dopo due mesi cala il silenzio. Gli utenti agguerriti pensano anche a denunce penali
di Monica Di Lecce
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Domenica 13 Marzo 2022, 03:40

Si alza il livello di delusione e di rabbia degli utenti delle piscine dello stadio che ora sono pronti anche a presentare denuncia penale. Alcuni hanno già formalizzato i primi “passi” verso un'azione civile, altri stanno per farlo. Ma ora, a quasi due mesi dalla chiusura della struttura, due mesi nei quali sembra calato il silenzio sulla vicenda, gli abbonati non ci stanno e rilanciano. «In molti mi hanno chiesto di verificare se si possono configurare profili penali in tutta questa vicenda» rivela l'avvocatessa Silvia Bartollini che cura già gli interessi di diversi abbonati. Intanto anche coloro che in tutte queste settimane hanno atteso pazientemente una soluzione che non è arrivata, si stanno rivolgendo al legale. «Continuo a ricevere le richieste di nuovi abbonati – aggiunge l'avvocatessa Bartollini –  che vogliono fare valere i loro diritti. Non è stata accettata la modalità con cui si sono succeduti gli eventi. Sono stati sottoscritti gli abbonamenti fino a poche ore prima della chiusura, quando già si sapeva che l'impianto avrebbe subìto lo stop. Una beffa che gli utenti non riescono a tollerare». Se è vero che il distacco dell'acqua per morosità è stato improvviso e imprevedibile, è altrettanto vero che il concessionario aveva già fatto pervenire la sua volontà di risoluzione del contratto per la fine di gennaio. Su questo fronte la battaglia legale è ancora aperta e si gioca presso il tribunale di Roma dopo che quello di Terni ha rilevato la propria incompetenza territoriale. La società romana che fa capo al gruppo Salini ha presentato un ricorso d'urgenza nel quale chiede la restituzione delle chiavi della struttura, ma l'udienza non è stata ancora fissata.

In tutta questa situazione gli utenti si sentono abbandonati dalle istituzioni. «Dopo le dichiarazioni dei primi giorni – continua l’avvocatessa – i miei assistiti lamentano l’assenza e il silenzio da parte del Comune che, a loro dire, comunque era a conoscenza di questa situazione, e da cui aspettavano una presa di posizione più importante rispetto alla tutela di quella struttura pubblica e di tutti i suoi fruitori».

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