PERUGIA - «Sono stata venduta a un uomo quando avevo tredici anni». È questa la storia disumana, che parla di degrado e disperazione, scoperta dalla polizia locale durante gli accertamenti su Lisa (nome di fantasia), la ragazzina fermata ieri per prostituzione e denunciata per furto. Una storia agghiacciante. Da far tremare i polsi e che arriva da uno dei buchi neri di Fontivegge.
La giovane, adesso ancora neanche sedicenne, di origine rom, da anni infatti vende il suo corpo, ma dopo che un orco, un «fidanzato» italiano, l'ha letteralmente comprata dalla sua famiglia per usarla a suo piacimento, come fosse una bambola. Per diecimila euro. Una storia su cui è in corso un'indagine per la ragazzina che, appena adolescente, è finita agli angoli delle strade. A usare il suo corpo per soddisfare gli istinti più biechi degli uomini disposti a spendere pochi spiccioli per annichilire una vita intera. Uomini italiani, anche professionisti e padri di famiglia. Di quelli che magari lasciano i figli a scuola e poi cercano il piacere in mezzo alla strada. Di giorno. Prima di tornare a pranzo dalle proprie famiglie.
Perché è questo che vedono ogni giorno i residenti di via Canali, nel via vai di ragazze e donne che salgono e scendono dalle vetture dei clienti, magari dopo essere arrivate in zona accompagnate da un uomo su un'auto. La conoscono tutti, qui intorno. Un'Audi grigia notata e segnalata più volte, da cui scendono di solito tre ragazze di etnia rom, che si fermano sugli scalini del palazzo dell'Inps e da lì vanno a lavorare finché l'uomo non torna a riprenderle. Un “turno” che inizia di mattina come all'ora di pranzo, tra le famiglie che rientrano e i bambini che tornano verso casa dopo la scuola. In pieno giorno, all'entrata della città, tra gli uffici statali e le banche. Come se fosse normale.
Ed è proprio lì, su via Canali che Lisa è stata notata ieri.
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