Lasciato fuori dallo scuolabus a 10 anni, accompagnatrice nei guai

Lasciato fuori dallo scuolabus a 10 anni, accompagnatrice nei guai
di Egle Priolo
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Domenica 7 Novembre 2021, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 07:58

PERUGIA - Lasciato fuori dallo scuolabus a dieci anni, torna a casa con un compagno grazie a un passaggio. La mamma denuncia il fatto ai carabinieri e chi quel giorno avrebbe dovuto accertarsi della sua presenza sul mezzo, invece di chiedere scusa, lo accusa e lo strattona. Tanto da fargli avere paura di tornare sullo scuolabus, tra insonnia e pipì a letto.

È la brutta storia che è arrivata sul tavolo di una stazione dei carabinieri dell'hinterland perugino, dopo la denuncia di una madre, rimasta sconvolta dalla chiamata con cui la nonna del suo bambino la avvisava che il figlio non fosse sull'autobus che lo doveva riportare a casa. I fatti risalgono allo scorso 30 ottobre: la signora, allarmata, inizia con angoscia le ricerche del bambino. Va a casa di un compagno del figlio che le conferma le sue paure: il ragazzino non è salito sullo scuolabus che «si allontanava senza attendere la salita dei minori». E questo la mamma ha riportato ai carabinieri, ipotizzando l'accusa – sostenuta nella denuncia per cui è stata assistita dall'avvocato Giuseppe De Lio – di abbandono di minore, tanto più che sia l'autista che l'accompagnatrice degli alunni avevano l'elenco di tutti i fruitori del servizio, da controllare prima di ripartire per le varie fermate.
I due bambini sono stati poi riaccompagnati a casa da una parente di un terzo compagno e la storia del mancato servizio dello scuolabus – iniziata nella più cupa paura – si è risolta. Ma purtroppo non per il figlio della denunciante. Che qualche giorno più tardi, secondo l'integrazione di querela presentata alla stazione dei carabinieri, si è chiuso «in un preoccupante silenzio», molto «scosso e preoccupato». Il motivo è stato raccontato alla madre in un pianto dirotto: l'accompagnatrice quella stessa mattina si sarebbe rivolta al bambino dicendo di essere «un disastro, che in 36 anni di lavoro non era mai successo nulla di simile, che era colpa del minore se questi non era salito sul bus e che gliela avrebbe fatta pagare». La frase testuale riferita dal figlio è stata proprio «Tanto te la faccio pagare», sottolineando «le ingiurie e le minacce» spingendo il ragazzino «violentemente» fino a «scaraventarlo all'interno del bus».
Una situazione per cui il piccolo, dopo lo sfogo, ha iniziato – come certificato dal medico che lo ha visitato – a soffrire di «insonnia, crisi di pianto, enuresi notturna, paura di tornare a scuola e stati di ansia ripetuti».

Insomma «gravi e notevoli danni morali subiti a causa della condotta» dell'accompagnatrice.

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