Perugia: auto contro pub, la macchina presa in prestito per la vendetta

Perugia: auto contro pub, la macchina presa in prestito per la vendetta
di Michele Milletti
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Domenica 28 Gennaio 2024, 07:00
PERUGIA - Presa in prestito prima dell’assalto. Magari con una scusa, ma non cambia molto. L’indagine che i poliziotti della squadra volante, diretti da Monica Corneli, stanno conducendo per ricostruire i dettagli di quanto accaduto alle prime ore di venerdì mattina in via Enrico Dal Pozzo è caratterizzata dal massimo riserbo. Ma dalla strada qualcosa emerge. E cioè che l’auto che ha frantumato la vetrina dello storico Kandinsky pub all’alba di venerdì mattina sarebbe stata presa in prestito dall’uomo che l’ha condotta contro il locale poco prima di quello che inizialmente era stato considerato un incidente e che invece con il passare delle ore lo è sembrato molto di meno.
Insomma, quell’auto non sarebbe dell’uomo che la conduceva e che, stando a quanto si dice nella zona, l’avrebbe presa in prestito non molto distante da dove poi si è andato a schiantare.
Tutti elementi che potrebbero essere in corso di accertamento da parte dei poliziotti, che stanno lavorando con grande impegno per ricostruire con esattezza quanto accaduto alle prime ore di venerdì in via Enrico dal Pozzo per individuare le responsabilità di natura penale nel modo migliore.
L’ipotesi principale è che quell’auto lanciata dal suo conducente (secondo quanto si apprende uno straniero) sarebbe collegata a quanto avvenuto non molto prima sempre nei pressi del locale e cioè una violenta rissa nella quale sarebbe anche uscito un coltello. Una delle persone rimaste coinvolte nella zuffa sarebbe poi finita in ospedale per farsi curare le ferite conseguenti alla rissa, e le indicazioni che arrivano sembrano portare proprio alla stessa persona che poi ha lanciato l’auto contro la vetrina del locale. C’è da capire verso chi possa essere rivolta questa vendetta.
Intanto, lo storico gestore del locale ha affidato a Facebook delle parole molto amare per quanto accaduto, incassando la solidarietà di tante persone ma anche chiedendosi se è opportuno continuare. Probabilmente parole dettate dalla grande amarezza.
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