Perugia, favori in sanità: l’inchiesta Piramide su ex capo della massoneria ferma in tribunale da 3 anni

Il tribunale di via XIV Settembre
di Enzo Beretta
3 Minuti di Lettura
Giovedì 1 Giugno 2023, 07:32
Si trasferisce a Firenze il processo contro Pantelis Kurtsopulos, il farmacista prima condannato e poi assolto a Perugia del reato di tentata concussione. Kurtsopulos era finito nell’inchiesta Piramide sulla Regione e gli affari con le farmacie nella quale era stato coinvolto anche l’ex gran maestro della massoneria Antonio Perelli. Kurtsopulos, condannato in primo grado con rito abbreviato a due anni e dieci mesi - era caduta l’accusa di associazione per delinquere ma non quella di concussione - aveva portato a casa l’assoluzione nel processo d’appello ma la Cassazione ha annullato con rinvio in seguito al ricorso presentato dalla pubblica accusa. Gli ermellini della Sesta sezione della Suprema Corte hanno stabilito che il processo-bis si svolgerà davanti ai giudici della Corte d’appello di Firenze. L’udienza non è stata ancora fissata. Pantelis Kurtsopulos, prima difeso dall’avvocato Giancarlo Viti, viene ora difeso da Franco Libori.
Per quanto riguarda il processo madre, invece, nove persone erano state rinviate a giudizio nel gennaio 2020: il calendario porta oggi la data di giugno 2023 e ancora non si è celebrata neppure un’udienza di istruttoria dibattimentale davanti al tribunale del capoluogo umbro. La prima era fissata per il 21 settembre 2021, poi rinvii su rinvii mentre i reati si prescrivevano.
Molti magistrati si sono già pronunciati in precedenti momenti e non possono comporre il collegio giudicante, i colleghi disponibili sono ingolfati dagli altri processi. Appuntamento perciò all’11 luglio, vale a dire ad oltre tre anni e mezzo dal rinvio a giudizio firmato dal giudice per l’udienza preliminare Lidia Brutti il 23 gennaio 2020 nei confronti di nove persone.
In quella circostanza ci sarà l’udienza filtro davanti ai giudici del secondo collegio (il presidente Marco Verola, Francesco Loschi e Sonia Grassi sono impegnati nel processo denominato ‘Concorsopoli’ portato avanti in maniera serrata), la costituzione delle parti e, forse, la calendarizzazione delle future udienze. Dopo una lunga camera di consiglio il gup aveva disposto il processo per Perelli ma anche per Luca Orlandi e Linda Richieri (entrambi all’epoca dei fatti dirigenti della Regione come Perelli), Alessandro Rossi e Massimo Ceccarelli: loro, insieme a Perelli, devono rispondere dell’accusa di associazione per delinquere finalizzata a delitti contro la pubblica amministrazione. A giudizio pure i farmacisti Giuseppina Mantucci, Giuseppina Manuali e Roberto Zavadlal. Scagionati dalle accuse invece il farmacista Andrea Lilli e Francesco Perelli, figlio di Antonio, per il quale la Procura aveva chiesto il proscioglimento in quanto il fatto non costituisce reato. 
Stando alle accuse del pm Mario Formisano l’ex capo della massoneria Perelli, insieme a Luca Orlandi e Linda Richieri, avrebbe «gestito il servizio di Accreditamento della direzione Salute della Regione favorendo sistematicamente alcuni operatori sanitari accreditati o da accreditare ai danni di altri». Rossi e Ceccarelli, entrambi «titolari di farmacia», avrebbero invece «partecipato all’attività associativa ottenendo in cambio provvedimenti amministrativi illegittimi che consentivano agli stessi di aprire, in assenza di requisiti normativi, depositi farmaceutici». Nel procedimento si sono costituite parti civili la Regione Umbria e l’Ausl Umbria 1 (avvocati Nicola Di Mario, Fernando Mucci e Francesco Blasi), con la prima che ha ottenuto una provvisionale di 20 mila euro e la seconda di 10 mila. L’indagine Piramide era stata coordinata dal capitano Marco Vetrulli quando comandava i carabinieri del Nucleo antisofisticazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA