PERUGIA - Matthew, nella zona tra Fontivegge e Prepo, lo conoscono un po' tutti. Ha 32 anni, è nigeriano, è più noto come Maty ed è il ragazzo che in cambio di qualche spiccio e un sorriso ripone i carrelli all'uscita di un supermercato. Ieri è stato il suo compleanno, ma ora ha molto di più da festeggiare, perché il tribunale civile di Perugia – con una sentenza definita «innovativa» dagli addetti ai lavori – ha rigettato la sua espulsione, riconoscendogli il diritto al permesso di soggiorno in base all'articolo 8 della Corte europea per i diritti dell'uomo.
In quattro pagine, la Sezione specializzata in materia di immigrazione e protezione internazionale, con il collegio composto dalla presidente Mariella Roberti e dai giudici Gaia Muscato e Ilenia Miccichè (relatore), ha infatti spiegato in punta di diritto i motivi per cui accogliere il ricorso di Maty contro il decreto di rigetto del permesso di soggiorno per “protezione speciale” emesso dal questore. Dalla questura, infatti, nel 2022, è arrivata la comunicazione per cui Bawa avrebbe dovuto lasciare l'Italia, in cui si trova dal 2016. «Il Ministero dell’Interno – si ricostruisce in sentenza -, costituitosi per chiedere il rigetto del ricorso, ha evidenziato: che il ricorrente è rimasto per anni nel territorio dello Stato in virtù di provvedimenti amministrativi provvisori, poi ha continuato a permanervi in barba alle decisioni giurisdizionali che lo hanno riguardato; che il contratto di lavoro del ricorrente con una connazionale è fittizio».