Secondo l'avvocato Brusco: «il delitto si inserisce in un contesto di violenza sistematica perpetrata dal Rosi, quindi la premeditazione dell'omicidio appare altamente probabile».
«Tranciante - ha aggiunto - è stata la motivazione rispetto all'acquisizione del Dna del minore, illegittima oltre che inutilizzabile da un punto di vista processuale. Rispetto a questo stiamo valutando attentamente le iniziative da
intraprendere a tutela del minore e della memoria della povera Raffaella. Attendiamo la fine delle indagini, il quadro indiziario appare già in questa fase granitico».
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