Narni, Tarkett: centoventi anni di pavimenti
al lineolum e un futuro sempre più green

Narni, Tarkett: centoventi anni di pavimenti al lineolum e un futuro sempre più green
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Venerdì 14 Dicembre 2018, 21:06
TERNI «Centoventi anni sono molti, coincidono con la storia dell'industria italiana. Quindi una storia importante anche per la modalità con cui è stata ripensata la funzione della fabbrica e di questo impianto che torna ad essere produttivo grazie alla capacità di tenere insieme ricerca scientifica, innovazione e sostenibilità»: lo ha detto questo pomeriggio la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, partecipando nella sede della Tarkett a Narni alla presentazione del libro «Centoventi anni di futuro. Il linoleum di Narni e la sua storia», che ripercorre la storia dello stabilimento oggi di proprietà della multinazionale leader nel settore dei pavimenti in linoleum. La Marini, sottolineando che oggi Tarkett è «un'azienda che è cresciuta e che dà occupazione» ha anche ricordato che «qui è stato introdotto il tema dell'economia circolare che deve diventare parte della cultura della nostra comunità». «Oggi fare industria - ha proseguito - significa produrre lavoro, ricchezza e innovazione attraverso cicli produttivi sostenibili. La Tarkett rappresenta una delle nostre realtà industriali che hanno una visione sul futuro, realtà che sono motivanti per le giovani generazioni che devono entrare nel mondo del lavoro e che hanno qualità e talento per contribuire all'innovazione». All'evento - spiega una nota di Confindustria - sono intervenuti anche l'amministratore delegato di Tarkett, Giuseppe Cioffi, il presidente di Confindustria, Antonio Alunni, il sindaco di Narni Francesco De Rebotti e Gianni Bovini, dell'istituto per la Storia dell'Umbria Contemporanea, che ha illustrato i contenuti del libro. «La lunga storia di questo sito industriale - ha affermato Alunni - conferma la vocazione industriale di questo territorio. L'industria è parte integrante del nostro passato e del nostro futuro. Tutto questo suscita un grande senso di responsabilità che è quello di far sì che l'Umbria torni uno dei centri della civiltà industriale e quindi il centro della modernità»
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