Narni, è festa per il patrono San Giovenale: durante la celebrazione il vescovo Soddu parla di unità

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Martedì 3 Maggio 2022, 21:48

NARNI        Il 3 maggio è festa grande a Narni, per le celebrazioni del patrono San Giovenale: e se famosa è la Corsa all’Anello, ugualmente fastosi e significativi per i fedeli sono i momenti della liturgia. La celebrazione di quest’anno è stata affidata al vescovo Francesco Antonio Soddu; e come sempre, tra sacro e profano, tra la rievocazione storica e la ricorrenza religiosa, si sono affiancate la processione per le vie della città con il busto del Santo con benedizione e il corteo storico medievale per le vie del paese. Alla presenza del sindaco Francesco De Rebotti, che ha donato l’olio e acceso la lampada davanti al busto di San Giovenale, della presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza, del prefetto vicario Andrea Gambassi, del questore Bruno Failla, alle celebrazioni hanno preso parte anche  i rappresentanti delle parrocchie del narnese che hanno offerto i ceri, i rappresentanti dei Terzieri e i cavalieri e le dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il vescovo, che era affiancato da don Sergio Rossini e monsignor Salvatore Ferdinandi, si è soffermato sulla figura del santo: «San Giovenale è per noi oggi, oltre che patrono, protettore, intercessore, modello fulgido che ha saputo incarnare nella propria vita il vangelo del Signore; ha saputo essere di lui carne viva nel tempo in cui ha vissuto» ha spiegato. Un patrono che fu anzitutto umano, e quindi guida ed esempio per chi gli è devoto: «San Giovenale ci esorta affinché ben consapevoli della nostra fragilità, proprio per questo motivo possiamo adoperare ogni precauzione al fine di ben salvaguardare la preziosità del nostro contenuto» ha detto ancora Soddu. Infine, si è parlato sul tema dell’unità, anche in riferimento ai fatti di questi tempi: «Unità significa non divisione, non contrapposizione e neanche lacerazione. Unità comporta dunque impegno, costanza e perseveranza. Per noi cristiani significa poggiare sul fondamento della nostra fede e quindi della nostra vita, che si motivano unicamente in Dio. Adoperarsi per l’unità significa infatti mettere in campo tutte le forze per poter sempre di più essere conformi all’immagine di Dio, che in se stesso è appunto unità perfetta. Non fare questo, non prestare questa attenzione, significa mettersi in balia del divisore e quindi sottoporsi inevitabilmente alla disgregazione. L’immagine che il mondo in questi giorni sta dando di se stesso ne è la prova più evidente» ha concluso.

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