Dopo la fine della relazione con la moglie aveva denunciato un vero e proprio incubo. Per questa ragione un 56enne piemontese, originario di Cuneo, si era recato in caserma per raccontare lo stalking subìto in prima persona e dalla sua nuova compagna - una tifernate di 46 anni - dall’ex moglie, sì, ma anche dal fratello e da entrambi i suoceri. Fatti avvenuti tra il 2018 e il 2022. Il giudice per l’udienza preliminare di Perugia Valerio D'Andria, però, ieri ha prosciolto tutti gli imputati con la formula del «non luogo a procedere».
«Con condotte abituali gli imputati molestavano la coppia che intratteneva una relazione a seguito della cessazione della convivenza e della separazione di fatto con la donna - scrive il pubblico ministero Franco Bettini della Procura della Repubblica di Perugia nella richiesta di rinvio a giudizio - dapprima con numerose telefonate da parte degli indagati a contenuto di minaccia e di offesa, quindi con condotte di controllo della presenza della presenza dell’uomo nell’abitazione della nuova compagna a Città di Castello, effettuate con passaggi continui sotto l’abitazione di lei, a tutte le ore del giorno e della notte, con atteggiamento minaccioso e di controllo, in tal modo cagionando alle persone offese un perdurante stato di paura per la propria incolumità e alterazione che lo induceva a denunciare i fatti alle forze dell’ordine negli anni 2018, 2019 e 2022».
Gli imputati, originari di Città di Castelli e Sansepolcro, difesi dall'avvocato Vittorio Betti, sono usciti puliti dalla vicenda giudiziaria in seguito al proscioglimento del giudice.