Nel corso dell’incontro il Comune ha avanzato anche altre proposte per il miglioramento generale e la fruizione del sito. Fra queste la geo localizzazione web, per il riconoscimento delle piante in campo, e la creazione di un pozzo per l’attingimento idrico. Il comitato di esperti ha poi verificato i nuovi filari che stanno crescendo e che iniziano a dare i primi frutti. “È il caso della Nostrale di Melfi (Basilicata) -ha spiegato il vice sindaco Alessandr Dimiziani - del Leccio del Corno (Toscana), della tunisina Chetoui, della cipriota “Cipro 1”, della Ogliarola messinese, senza dimenticare la Salonenque Francia, la Maremmana Toscana e la Leucocarpa conosciuta per i suoi frutti biancastri".
“Quest’ultima specie – precisano dal comitato tecnico – era coltivata dai monaci per produrre olio destinato alle funzioni religiose. L'olivo bianco ha delle caratteristiche interessanti. L'olio invece di essere giallo-verde è di colore bianco, trasparente e proprio per questo motivo ha una minore produzione di fumo quando viene bruciato. Veniva dunque utilizzato nei lumi delle chiese per evitare di sporcare di nerofumo i muri”.
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