Poesia e ricordi, il dialetto ternano
incanta il pubblico di Umbrialibri

Poesia e ricordi, il dialetto ternano incanta il pubblico di Umbrialibri
di Sergio Capotosti
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Lunedì 1 Novembre 2021, 16:57

Il dialetto ternano? Roba seria. Erede diretto della scuola poetica umbra. «Con uno schema linguistico completo e complesso come pochi in Italia», ha spiegato il professore Sportoletti. Un dialetto, una lingua, che attira l'attenzione di ricercatori e studiosi, non solo di appassionati. Elementi antropologici e complessità etimologiche delle parole completano, fin qui, il quadro accademico. Ma il dialetto ternano è anche l'album dei ricordi che si sfoglia a suon di parole o detti che si tramandano di generazione in generazione da sempre, fino al recente uso sui social che se da un lato lo ha rilanciato dall'altro rischiano di sminuirlo a battute goliardiche. Ma la possibilità di tenere insieme le due anime, quella accademica e l'altra popolana, non è impresa impossibile, anzi. La presentazione del Dizionario di Terni e del suo territorio (edito dalla Thyrus) ha confermato proprio questa possibilità, in occasione dell'incontro che si è tenuto in biblioteca nell'ambito di Umbria libri.
Un lavoro di ricerca, durato 25 anni, presentato da Noemy Papa (editor della Thyrus), dal docente di lingua e cultura inglese Luigi Cordidonne (autore del Dizionario) e da Palmiro Sportoletti, professore di Lettere. E proprio il professor Sportoletti, perugino doc, «quello con il Donca» come si è presentato lo stesso prof con una buona dose di autoironia, ha invogliato i presenti in sala ad aprire l'album dei ricordi, fatto di frasi e parole ascoltate in famiglia. A rompere il ghiaccio un anziano che ha raccontato di come da giovane si vergognasse di parlare ternano, salvo poi riconoscerne la forza comunicativa. E non a caso ha citato la parola pillica per confermare anche l'aspetto poetico del dialetto ternano, figlio della scuola umbra. Anche la scintilla che ha dato vita a questo Dizionario è nata in famiglia, come ha svelato l'autore che ha dedicato un quarto di secolo alla ricostruzione etimologica delle parole dialettali. «Da giovane mi rendevo conto che quello che ascoltava a casa non era solo il dialetto della mia città ma proprio un'altra lingua», ha detto Cordidonne strappando applausi e sorrisi al pubblico di Umbrialibri.
 

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