In Umbria si vive di più, Perugia è più giovane di Terni

In Umbria si vive di più, Perugia è più giovane di Terni
di Fabio Nucci
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Sabato 30 Marzo 2024, 09:31

Una regione che invecchia e perde residenti: quasi 4.500 “spariti” in due anni, con una struttura della popolazione sempre più sbilanciata verso l’alto. Il numero degli ultra ottantenni, infatti, ha superato di gran lunga quello dei bambini sotto i dieci anni con oltre mille giovani in meno in età scolare. C’è poi una sorta di emorragia nella fascia 35-49 anni, con oltre 3.500 residenti in meno rispetto al gennaio 2023. Il report dell’Istat sugli indicatori demografici conferma i trend che da tempo caratterizzano il Cuore verde che con 48 anni e quasi due mesi vanta la quarta età media più alta d’Italia, con Perugia più “giovane” di Terni.
L’Umbria resta una delle regioni più longeve d’Italia, con le donne che in provincia di Perugia vantano una speranza di vita di oltre 86 anni (85,6 di Terni). La media regionale vale il quarto posto in Italia, ma considerando il gentil sesso, solo Trentino e Veneto presentano un dato superiore. Nella regione si muore anche meno, visto che con 10.700 decessi registrati nel 2023, il parametro appare in calo del 7,6%, in linea col dato nazionale e anche in questo caso la riduzione è maggiore nel perugino (-8,1%). Ne consegue, considerando i residenti medi, un tasso di mortalità pari a 12,5 per mille (14,3 a Terni) contro l’11,2 nazionale.
Nonostante nella provincia maggiore si viva di più a lungo, tale territorio presenta un’età media inferiore al ternano: 47,8 anni contro 49,3. La sintesi regionale quindi indica 48 anni e 55 giorni, al di sopra del dato nazionale pari a 46 anni e sette mesi in salita di quasi 60 giorni, come in Umbria (48 anni l’età media al primo gennaio 2023). Dati che sono anche la conseguenza del calo delle nascite che nel 2023 hanno segnato quota 4.800 con una riduzione del 3,4%, contro il -3,6% nazionale. Si arriva quindi a un computo della popolazione residente al primo gennaio 2024 pari a 854.378, in calo di 4.434 unità rispetto a due anni fa, di 2.029 rispetto all’anno scorso. Un andamento che rispecchia le difficoltà demografiche delle aree interne, come si osserva nel report Istat. Ma lo squilibrio demografico si legge anche nel rapporto tra over 80 e bimbi sotto i dieci anni, in Umbria pari a 0,83 in Italia uguale a 1.
Analizzando l’andamento delle varie fasce d’età, in un anno i giovani in età scolare sono scesi di 1.029 unità, col deficit maggiore che si registra tra gli under 14 (-1.759 residenti) mentre nella fascia 15-19 anni si contano 730 ragazzi in più. Un trend che si conferma nella classe successiva, 20-34 anni (+683 residenti) mentre in quella intermedia (35-49) si osserva un gap di 3.540 persone, 7.343 rispetto al primo gennaio 2022. Il gruppo di popolazione potenzialmente più produttivo, considerando 1.691 residenti in più tra i 50 e i 64 anni, si dimostra tuttavia relativamente stabile segnando un -0,24% che vale comunque 1.166 soggetti in meno. Che la piramide dell’età umbra somigli ormai sempre più a un esagono lo dimostrano i dati sugli over 65 tra i quali si osserva una crescita di 2.128 unità rispetto a due anni fa, di 1.281 (+5,6 per mille) sul 2023. Aumenta meno che nel resto del Paese la fetta degli ultra ottantenni (da 81 in su) cresciuta di 121 unità nell’ultimo anno (+1,7 per mille) dopo il calo che si era registrato tra il 2021 e il 2022 (-328 anziani) anche per la coda della mortalità Covid-correlata.
In crescita la popolazione straniera, salita del 7,9% in un anno, anche per l’incremento registrato soprattutto in provincia di Terni, dove si registrano mille residenti non italiani in più (300 circa in meno, invece, in provincia di Perugia).

Quanto al saldo migratorio, si osserva un tasso interno (differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza da altro Comune e il numero dei cancellati per trasferimento di residenza in altro Comune) negativo (-0,3 per mille) mentre quello migratorio con l’estero (differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza dall’estero e il numero dei cancellati per trasferimento di residenza all’estero) risulta pari a +4,9 per mille, segnando quindi una tendenza all’ingresso nella regione da paesi esteri.

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