«Hanno rubato il Subasio». La sabbia del Sahara e l'ironia social. Ma non conviene ancora lavare l'automobile: ecco perché

Il cielo lattiginoso su Perugia per la sabbia del Sahara
di Egle Priolo
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Martedì 2 Aprile 2024, 07:30

PERUGIA - «Hanno rubato il Subasio». «È scomparso anche il monte Cetona». «Sul ponte tibetano a Sellano sembra di camminare nel vuoto». Mentre «all'entrata di Perugia ho visto passare i cammelli». E no, non ci sono ladri di montagne né l'Umbria si è spostata nottetempo in Algeria, ma è la sabbia del Sahara che da giorni si è posizionata sui cieli del centro e nord Italia a regalare «tramonti algerini» e panorami quasi inquietanti, per la scomparsa degli skyline conosciuti. E così l'ironia corre sui social, tra chi posta immagini “africane” su sfondo umbro e foto di cieli caliginosi. Con il “pandoro” del monte Subasio che dal belvedere di via Indipendenza a Perugia sembra mangiato dal cielo giallo di Pasqua, lasciando solo il campanile di San Domenico, e chi si lamenta anche dell'umore: «Dal cimitero a Ponte San Giovanni sembra di entrare a Tunisi invece che a Torgiano. Vogliamo poi parlare dell'“uggia" che mette addosso?».

«Dopo giorni intravedere il sole – racconta poi Barbara – ho preso un aereo sperando di ritrovarlo almeno sopra le nuvole. Niente. La sabbia incombe anche lassù». Ma vista la «perturbazione spazza sabbia» che da ieri dovrebbe aiutare a far tornare il cielo azzurro, non manca lo spirito imprenditoriale: «Se oggi fa quattro gocce domani i proprietari degli autolavaggi han fatto, in gergo tecnico, "scopa co l'asse"».
Dopo giorni di cielo africano, infatti, i rovesci temporaleschi in tutta la regione dovrebbero aver aiutato il «ricambio dell'aria», come spiegato dall'esperto Michele Cavallucci di Perugia Meteo. Che dalla scorsa settimana affronta anche sui social il fenomeno della sabbia del Sahara. «Tutto è stato generato da un ciclone al largo delle isole britanniche, una zona ciclonica molto vasta, che con correnti fredde che scendevano verso la penisola iberica, le Canarie e il Marocco, ha innescato di ritorno un intenso flusso sciroccale molto bloccato.

Cioè non ha fatto un chilometro per almeno 72/96 ore, facendo sì che le correnti portassero questo pulviscolo sahariano fin sulle Alpi e temperature su valori di giugno, con medie estive». Incredibile ma vero, infatti, venerdì sera nel centro storico di Perugia alle 23, la stazione meteorologica di San Pietro ha registrato una temperatura di 16,2 gradi: «Un record – commenta Cavallucci - che, dal 1976, non è stato mai raggiunto».

ARIA SCADENTE
E se c'è chi richiama la “calima” di Fuerteventura, tra calore e cielo “caldo”, di certo la sabbia, senza alcuna componente metallica assicurano gli esperti in risposta ai complottisti, non ha aiutato chi ha problemi di asma o di allergie. Il pulviscolo sabbioso proveniente dal nord Africa, davvero dal deserto del Sahara, ha infatti provocato «un peggioramento della qualità dell'aria che, in questi casi, subisce l'influenza delle polveri in sospensione, che possono anche aumentare gli effetti degli allergeni», ha ribadito Cavallucci. Come confermato anche dagli ultimi dati registrati dalle centraline dell'Arpa. Da Perugia a Spoleto fino a Terni e Orvieto, infatti, la concentrazione di pm10 è stata da “rosso”, cioè con una «qualità scadente» dell'aria per la presenza di polveri sottili ben oltre i limiti. Il valore più alto registrato il 31 marzo è stato di 167 a Magione, con il record di ben 220 – rapporto tra microgrammi per metro cubo – sempre al Trasimeno: numeri incredibili se si pensa che fino a giovedì scorso la media nelle 24 ore era di 16 a Perugia e di 27 a Terni, nella zona industriale.
E ora che succederà? «Il fronte freddo spazzerà via tutto – chiude Cavallucci -, ma la prossima settimana potrebbe verificarsi una situazione similare nel weekend, forse anche più calda». Con l'estate, e il cambio degli armadi, davvero anticipati. E il consiglio di non lavare, ancora, l'auto.

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