«Hanno accoltellato il mio compagno». Ma era stata lei a ferirlo gravemente

«Hanno accoltellato il mio compagno». Ma era stata lei a ferirlo gravemente
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 12 Ottobre 2022, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 16:59

TERNI «Aiutatemi, il mio compagno è stato aggredito con un coltello». E' mezzanotte. Silvia piange a dirotto mentre parla al telefono invocando l'intervento del 112. Nell'appartamento al primo piano di via Pacinotti, a due passi da piazza Tacito, arrivano i carabinieri del radiomobile, che si trovano di fronte a una scena agghiacciante. A. M., 42 anni, ternano, è a terra in una pozza di sangue, con un'evidente ferita da arma da taglio che ha provocato una violenta emorragia. Accanto a lui c'è S. P., la compagna, 41 anni, che poco prima aveva dato l'allarme denunciando l'aggressione del fidanzato e che pronuncia frasi sconnesse. Qualche ora dopo per lei si aprono le porte del carcere di Sabbione con la pesantissima accusa di aver tentato di uccidere il convivente. Il personale del 118 carica A. sull'ambulanza, che dopo qualche minuto riparte a sirene spiegate verso l'ospedale. Le sue condizioni sono gravissime perché la coltellata è stata inferta all'altezza del rene, dove è stata affondata una lama lunga venti centimetri. A. M. viene ricoverato nel reparto di terapia intensiva del Santa Maria con riserva di prognosi. Nella casa dell'orrore, sul pavimento, gli investigatori dell'arma recuperano e sequestrano il coltello da cucina ancora sporco di sangue, quello che la donna avrebbe utilizzato contro la vittima. Le delicatissime indagini, coordinate dal sostituto procuratore, Andrea Claudiani, vanno avanti per tutta la notte. Gli investigatori mettono i sigilli all'appartamento teatro della violenza, dove i carabinieri della squadra rilievi tecnici sono impegnati in un primo accurato sopralluogo. Mettono insieme i primi reperti e nella casa nel cuore del centro vanno a caccia dell'eventuale presenza di sostanze stupefacenti. Nella notte S. viene caricata sull'auto blu e portata nella caserma di via Radice. Non pare lucida e non sembra neppure in condizione di poter collaborare con gli inquirenti. «Il fatto di sangue, che al momento risulta nato e sfociato all'interno di dinamiche di una coppia di persone che sono entrambe già note alle forze dell'ordine - spiega una nota del comando provinciale - è stato portato dagli inquirenti all'attenzione del sostituto procuratore, che ha condotto e coordinato le attività». Dopo la sosta in caserma per la donna si aprono le porte del carcere con l'accusa di tentato omicidio. «Non so che è successo, ho visto l'ambulanza» continuerà a ripetere dopo l'arresto. In cella la donna attende l'appuntamento con l'interrogatorio di garanzia. Se l'arresto verrà convalidato sarà trasferita nel carcere di Perugia. Dopo il fatto di sangue il pm, Claudiani, dispone un accertamento tecnico non ripetibile che sarà svolto oggi. Una perizia con cui la procura ternana va a caccia di elementi per ricostruire cosa è successo tra quelle quattro mura. Si vuole accertare l'eventuale presenza di altre persone nella casa della coppia. E capire se A., che lotta per la vita in ospedale, sia stato colpito a freddo o se la coltellata sia stata l'esito di una colluttazione tra i due, noti negli ambienti della tossicodipendenza.
 

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