"Habemus Film": il metacinema
dei registi perugini Ortica e Goracci.
A Bastia tutto esaurito per la prima.

"Habemus Film": il metacinema dei registi perugini Ortica e Goracci. A Bastia tutto esaurito per la prima.
di Michele Bellucci
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Sabato 23 Aprile 2016, 18:10 - Ultimo aggiornamento: 18:11
La data di venerdì 22 aprile 2016 resterà impressa nella memoria di molti perugini. E' quella del "battesimo" di Habemus Film. Perugia Oggi, opera cinematografica presentata all'Esperia di Bastia Umbra in una serata che può esser definita, a ragione, un evento (anche grazie all'impeccabile organizzazione di Coef Eventi). Nessuno dei 300 posti in sala è rimasto libero e circa 50 persone hanno provato comunque a presentarsi senza biglietto. Raramente l'uscita di un film ha un tale richiamo, soprattutto a Perugia, ma se ad essere raccontati sono proprio la città e i suoi abitanti, allora tutto cambia. Sono stati circa 140 infatti i perugini coinvolti: attori, comparse, tecnici e tutti coloro che si rivelano necessari per trasformare un'idea in un film, sono fortemente legati alla città. Una sorta di "filmino delle vacanze" in grande stile è ciò che i più, probabilmente, si aspettavano di vedere sul grande schermo. Dopo i ringraziamenti di rito, con l'ex iena Mauro Casciari a tenere banco e qualche canzone interpretata da Giovanni Pala, è calato il buio e le quasi due ore di film sono state proiettate.

Un vero e proprio esperimento di metacinema, definizione probabilmente ignota a molti dei presenti ma ben chiara nella mente dei due autori Roberto Goracci e Alessio Ortica. C'era la voglia di mostrare quanto sia difficile realizzare un film, ma soprattutto il desiderio di portare a termine un progetto che non puntava certo alla qualità. Mezzi tecnici amatoriali, budget praticamente inesistente, pochissimi professionisti e molti volontari. Questo il più grande limite di Habemus Film. Perugia Oggi, ma anche il suo maggior pregio. Un documento sincero e colmo d'ingenuità, che non nasconde nulla e può davvero offrire una testimonianza. Non certo un esercizio di stile, quanto piuttosto un modo di raccontare la nostra provincia (e provincialità) senza accampare scuse o gettare fumo negli occhi usando effetti speciali.

«Non posso dire di essere soddisfatto del risultato - ha commentato a caldo Roberto Goracci - ma è un fatto di carattere, perché anche se vincessi la Coppa dei Campioni penserei che avrei potuto giocare meglio. Quel che più mi delude è però il pallore di questa nostra città». Un pallore che «in qualche modo vorremmo contribuire a grattar via» ha replicato l'altro regista, Alessio Ortica, ricordando a sé stesso che «il costo zero ha i suoi limiti ed era nelle nostre intenzioni sottolinearlo anziché cercare di camuffarlo». Quella degli autori, che hanno già realizzato una trilogia di lungometraggi dedicati alla Sambuca (Sambuca con mosca del 2003, Sambuca con ghiaccio del 2007 e Sambuca al caffè del 2014), è una visione tanto lucida quanto agrodolce. Loro stessi sono protagonisti del film, nonostante non siano attori, non abbiano studiato dizione né disponessero di mezzi per una produzione di alto livello; un mettersi in gioco che, spesso, non viene giudicato "coraggio" quanto piuttosto "imprudenza". Del resto sono le convenzioni e ciò che già conosciamo bene a darci sicurezza, non certo le sperimentazioni, i salti nel vuoto, le lotte contro i mulini a vento (ovvero i temi realmente affrontati nel film). Ma se nessuno si accollasse tali rischi quanta arte non avrebbe mai visto la luce? 

Tra le scelte più azzeccate quella di utilizzare una colonna sonora realizzata interamente da artisti emergenti, che si sono esibiti dal vivo nel foyer dell'Esperia, come Balefullies, Madonna di mezzastrada, Three kings on the hill, Triplavvù, Skeleton team, Umberto Ugoberti e Leopoldo Calabria. Tra i personaggi rappresentativi di Perugia che sono stati "scritturati" ci sono anche Leonardo Cenci, i 7 Cervelli, i fratelli Sabatini, Lamberto Boranga mentre il romagnolo Marino Bartoletti si è prestato per una breve comparsata. Nelle ultime scene del film appare anche Mauro Casciari, nella consueta mise da Iena, in una provocatoria scena in cui accusa i due registi di aver barato per vincere un concorso: «Ho suggerito io quella parte - ammette il conduttore perugino - perché durante i 9 anni di lavoro con Le Iene ho sempre pensato che prima o poi sarebbe successo. Io andavo con le telecamere a svergognare chi aveva compiuto azioni discutibili e quelli mi avrebbero potuto rispondere "parli tu che lavori per Mediaset! Lo sai chi ti paga lo stipendio?". Ecco, nel film succede realmente e io avrei davvero risposto in quel modo se qualcuno mi avesse fatto notare la cosa». Per sapere come avrebbe reagito Casciari… vi basterà vedere il film.
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