GUBBIO - Volano i coppi dal tetto della basilica di Sant'Ubaldo e questo sta creando una situazione di pericolo che ha indotto i vigili del fuoco a indicare la chiusura del giardino panoramico attorno all’edificio, d’accordo con il Comune e la comunità religiosa dei Canonici Regolari Lateranensi che hanno in custodia il santuario sul monte Ingino dove nell’urna riposa il corpo incorrotto del patrono. Ora sul cancello d’ingresso dello spazio esterno, ben curato e con l’emiciclo utilizzato anche per concerti e spettacoli, c’è un cartello che spiega le ragioni della chiusura. Serve un intervento per mettere in sicurezza il tetto del complesso monumentale, gestito dal rettore don Giuseppe Ganassin e dal vice don Pietro Benozzi, dopo un sopralluogo dei pompieri del distaccamento eugubino per la caduta di alcune parti del tetto che già nell'autunno scorso aveva dato problemi.
La situazione con il vento degli ultimi giorni è ulteriormente peggiorata. «Siamo costretti e dispiaciuti di dover tenere chiuso il cancello - spiega il rettore Ganassin - finché il problema non verrà risolto. È una questione di sicurezza per chi vuole passare, di solito aprivamo sabato e domenica lasciando la fruibilità di questo spazio. Le condizioni climatiche di questi giorni hanno invece aggravato il quadro, si è piegato il canale di gronda e hanno ceduto altri coppi finiti per terra. Abbiamo collaborato con l’Università dei Muratori, che sono sempre bravi e disponibili, ma adesso serve un intervento diverso».
L'edificio è di proprietà del Comune, a cui spetta la manutenzione straordinaria, mentre alla Diocesi compete quella ordinaria.
Il complesso di Sant’Ubaldo ha una valenza anche storica. Sorge, infatti, su una preesistente piccola chiesa dedicata al santo e sulla pieve di San Gervasio e Protasio. I lavori iniziarono nel 1513 e la chiesa venne affidata ai Canonici Regolari della Congregazione del Santissimo Salvatore Lateranense, l'Ordine di Sant’Ubaldo. Dal 1786 fu retta da padri passionisti e in seguito dai frati minori riformati, poi dal 2013 fino al 6 gennaio 2020 due sacerdoti diocesani per tornare, dopo 234 anni, ai Canonici.