Caso Palamara, il ministro Carlo Nordio: «Il procuratore Alberto Liguori resti al suo posto»

Caso Palamara, il ministro Carlo Nordio: «Il procuratore Alberto Liguori resti al suo posto»
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Mercoledì 4 Gennaio 2023, 09:52

TERNI Confermare sino al 2024 il procuratore di Terni, Alberto Liguori, oppure non rinnovargli l'incarico per il contenuto delle sue chat con Luca Palamara.
Se il plenum del Csm prenderà questa decisione la prossima settimana, il ministro della Giustizia la sua scelta già l'ha fatta.
E il 21 dicembre scorso ha dato parere favorevole alla proposta di conferma votata dalla maggioranza della Quinta Commissione di Palazzo dei marescialli (con tre voti a favore, un'astensione e la mancata partecipazione al voto del laico di area M5s Fulvio Gigliotti).
È la prima volta che Carlo Nordio si cimenta nel suo ruolo di ministro con il caso Palamara, da lui stesso definito, in una recente intervista, uno «scandalo» che ha portato alla luce «un verminaio» a cui «non si è posto rimedio». I consiglieri si sono espressi già una volta sulle chat trasmesse dalla procura di Perugia e che, secondo la relazione di minoranza, presentata dalla togata di Area Alessandra Dal Moro, dovrebbero costare il posto di procuratore ad Alberto Liguori.
IL PRECEDENTE
Un anno fa, a larghissima maggioranza, con 21 voti a favore e due astensioni, il plenum votò per l'archiviazione della pratica di trasferimento d'ufficio, ritenendo che la vicenda delle conversazioni tra Liguori e Palamara (entrambi all'epoca della corrente di Unicost) su alcune nomine che il Csm doveva fare non incideva «in alcun modo» sull'ufficio che Liguori dirige. È già stato «fugato ogni sospetto sulla figura professionale di Liguori», sottolinea ora la relazione di maggioranza votata in Commissione dai consiglieri Michele Ciambellini (Unicost), Antonio D'Amato (Magistratura Indipendente) e Alessio Lanzi (Forza Italia), ricordando che già allora il procuratore aveva spiegato che con Palamara, al quale era legato da un rapporto di amicizia, si era limitato a esprimere critiche di tipo tecnico-giuridiche alle scelte del Consiglio.
I RILIEVI
Ma per Dal Moro le cose non stanno così. Liguori avrebbe fatto «numerosi interventi» per «influenzare future nomine» del Csm, tant'è che «chiede che vengano sostenuti gli aspiranti da lui indicati, propone accordi tra rappresentanti in Consiglio di diversi gruppi associativi ed esorta Luca Palamara a ricordarli e a farli rispettare in funzione delle nomine di suo interesse». Un'attività che, secondo la consigliera, «incide concretamente sulla sua indipendenza».
Re. Te.
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