Giove, torna a casa l'antico libro rubato

Giove, torna a casa l'antico libro rubato
di Francesca Tomassini
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Giovedì 11 Aprile 2024, 10:57

GIOVE Dopo quasi quattro secoli la "Vita dei Santi" torna a casa. Un evento celebrato con tutti gli onori dalla comunità giovese che rientra in possesso di una parte importante della propria cultura e della propria identità. «Si tratta - racconta Alessandro Bianchi, funzionario archivista presso la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria del terzo tomo di un ciclo stampato a Venezia nel 1574 e scritto dal vescovo di Verona Aloysio Lippomano, in cui vengono narrate le vite dei santi. Non a caso, il volume in oggetto, donato alla comunità dal duca di Giove Giuseppe Mattei, è quello relativo ai mesi di maggio e giugno, e che dunque contiene la vita di San Giovanni (celebrato il 24 giugno) patrono del paese». A riconsegnare la preziosa cinquecentina nelle mani del sindaco Marco Morresi il capitano del nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Napoli Massimiliano Croce. Una storia rocambolesca, per la maggior parte ancora tutta da scoprire, che ha portato l'antico libro in Campania, dove recentemente è stato ritrovato. «Nel corso di un'indagine sul tentativo di vendita di un altro libro - ha spiegato Croce durante la cerimonia di riconsegna - è stato identificato anche questo volume. Un recupero importante scaturito dal costante monitoraggio delle piattaforme di siti e-commerce, deep web e dark web dove spesso i beni culturali vengono commerciati illegalmente. Attraverso l'ausilio della banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, il più grande database di opere d'arte rubate al mondo gestito dal comando per la tutela del patrimonio culturale (si parla di un milione e settencentomila opere da ricercare ndr) è stato identificato».
La dedica manoscritta, ha fatto il resto. «Donato - si legge sulla controguardia - da sua eccellenza padrona il signore duca Giuseppe Mattei alla scuola dei giovani di Giove per uso, e profitto dei medesimi, e ogni altro, che volesse attendere alla lettura di questi libri, che non fosse scolare; ordinando però sua eccellenza padrona, che questo libro non sia per verun pretesto estratto dalla scuola, e che sia tenuto custodito nella scanzia dall'attuale maestro, che ne terrà registrato secondo la consegna fattagli dal ministro di sua eccellenza per esserne in ogni evento responsabile. Anno del Signore, gennaro 1787». Un monito disatteso dalla Storia. «Ad oggi - spiega Croce - molte informazioni di cui siamo in possesso sono ancora coperte dal segreto di indagine, per ora possiamo dire che siamo riusciti a ricostruire un paio di passaggi ma, trattandosi di secoli, sarà difficile ricostruire il vissuto del volume dal momento della sua donazione». Misteri custoditi dal tempo, che forse non saranno mai svelati. Quello che è certo, nero su bianco, è che il volume era stato donato alla comunità ma soprattutto alla scuola, testimonianza di quale importanza avesse nella società giovese del tempo. «L'auspicio - ha chiuso Morresi - è che un simbolo della nostra storia, sia un elemento aggregante per la comunità. L'impegno e l'entusiasmo che ha suscitato il suo ritorno credo ne siano una prova tangibile».

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