Terni. La seconda vita del musicista Fabio Ceccarelli: sua la fisarmonica nella colonna sonora de "La vita è bella", poi la cecità: «Ora imparo gli spartiti a memoria, voglio tornare a suonare nei teatri»

Fisarmonicista, ha suonato nelle colonne sonore di più di duecento film e negli spettacoli teatrali di artisti internazionali

Fabio Ceccarelli e Roberto Benigni
di Giuliana Scorsoni
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Giovedì 21 Settembre 2023, 15:48 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 18:32

Le dita corrono veloci sui tasti di una fisarmonica. La testa oscilla dolcemente accompagnando le note. Non c'è spartito. L'artista suona a memoria. Fabio Ceccarelli, musicista famoso a livello internazionale, ha quasi completamente perso la vista. Una maculopatia diagnosticata nel 2003 ha posto fine alla sua “prima vita”. Dal palco di Sanremo, ai circoli sociali; dal mondo del cinema, ai locali ternani. E' lui, con la sua fisarmonica, quello che si sente suonare nella colonna sonora del film “La vita è bella” di Nicola Piovani.

«Ho fatto tutti i film di Roberto Benigni con Nicola – ricorda Ceccarelli – e sono orgoglioso che, anche se per una piccolissima parte, a quell'Oscar gridato da Sofia Loren, un pochino abbia contribuito pure io».

Alla sua prima vita, Fabio arriva per puro caso. E' un bambino, quando sua madre Fedora, amante della fisarmonica e del ballo liscio, lo spinge a studiare musica, mentre lui avrebbe preferito continuare le scorribande lungo via Piemonte, dove abitava, con i due amichetti del cuore: Gianni Galliccia e Fabrizio Galloni. Poi il primo sliding doors. Un giorno, passando dalle parti dell'oratorio di San Francesco, Ceccarelli sente una melodia provenire dall'ultimo piano: “Mamma entriamo, ti prego”. Come una calamita Fabio va incontro al suo destino. Dentro un'aula c'è Celestino Lepri, con la sua classe di fisarmonicisti. E' colpo di fulmine.

Con il maestro Lepri, Ceccarelli giunge a 17 anni ad essere vice campione del mondo di fisarmonica e lui cosa fa? Molla tutto. Questo strumento non è riconosciuto nel mondo della musica e lui vuole un diploma, oltre quello di perito chimico che sta conseguendo e allora si butta sul flauto traverso ed entra al conservatorio di Perugia nel 1988, per poi diplomarsi. “Adesso non saprei neanche più mettere tre note in fila!”, esclama ridendo.

Ma la fisarmonica è dietro l'angolo che lo aspetta. Nel 1991, con altri ragazzi di Terni, con cui suonava, fa il suo ingresso nel mondo del cinema: Mario Monicelli cerca comparse per il film “Rossini Rossini”, con Sergio Castellitto e Philippe Noiret. Ragazzi diplomati al conservatorio che suonino per finta. Lì conosce Angelo Giovagnoli, primo corno dell'Opera di Roma e gli chiede di aiutarlo a fare qualche audizione. “Figlio mio, sai quanti flauti traverso ho in lista? Servono strumenti particolari, tipo l'ocarina, la fisarmonica...”. Fisarmonica? Alt. “Eccomi!” esclama Ceccarelli e a ventidue anni si trova a suonare diretto da Luis Bacalov. E' l'inizio di una vita rutilante, tra cinema, teatro e televisione. Benigni, Nanni Moretti, Gianni Amelio, duecento film in totale, in cui lui e la sua fisarmonica pongono un timbro inconfondibile nelle colonne sonore. Fiction come “La Piovra” e il “Commissario Montalbano”.

Sanremo con Pippo Baudo e Pippo Caruso: “Due professionisti straordinari, ma umanamente poco empatici”. Glauco Mauri, Valeria Moriconi, Leo Gullotta e Luca Zingaretti sui palchi teatrali. Il più grande, ma anche il più umile, di tutti incontrato è Roberto Benigni: “Quando girammo La vita è bella, per una settimana rimase in sala registrazione con noi, mangiando a mensa, parlando con tutti. Mi chiedeva come poteva restaurare due fisarmoniche di suo nonno. E' impressionante la sua cultura”. Ma la vita, quella non bella, lo attende dietro l'angolo: la terribile diagnosi che lo sta portando alla cecità, il divorzio, il mondo patinato che lo dimentica, il ritorno a Terni. L'alcool che lo porta, una sera, a pianificare un gesto estremo. Apre la finestra di casa, sale su una scaletta che aveva preparato, poi un click. Fabio si sveglia come da un incubo. Si rimbocca le maniche e grazie anche ad amici come Lorenzo Fontana, Alessandro De Florio e Michele Loiacono riprende la fisarmonica in mano. Quello che doveva essere un esperimento, diventa il suo attuale lavoro. Suona nei locali, non solo ternani: “Questa estate sono stato in Sardegna”. Si ritrova in un bar con Alessandro Acciaro che gli propone di fare delle serate insieme suonando De Andrè in acustica. E' un successo. Al mondo della musica manda un messaggio preciso: “Non ci vedo, ma se mi recapitate la registrazione io imparo il pezzo a memoria. Vorrei tornare a suonare nei teatri, ma intanto mi accontento di suonarci davanti, come succederà il  22 settembre 2023, di fronte al Verdi, grazie a Luca Calvani, dove mi esibirò in pezzi di colonne sonore di Morricone, tanghi di Piazzolla e anche musica pop, perché no”. E' un uomo di nuovo sereno Fabio Ceccarelli, che come dice lui è “quasi ricco”, con i suoi seicento euro di pensione di invalidità e i compensi delle serate. “Mi basta poco per vivere”, commenta con un dolce sorriso. E' preoccupato per i suoi nipoti Francesco e Valentina, figli della discreta quanto bella sorella Federica, perché questo mondo non gli piace. Nonostante tutto, però, la vita è tornata ad essere bella. “Smile, without a reason” gli canterebbe Noa.

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