Da factotum a imprenditore, l'evasione e la campana rubata: dal Trasimeno una storia che è un romanzo giallo

Da factotum a imprenditore, l'evasione e la campana rubata: dal Trasimeno una storia che è un romanzo giallo
di Egle Priolo
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Venerdì 15 Settembre 2023, 07:30

PERUGIA - Plusvalenze illecite. Come nel calcio. In questo caso non ci sono giovani sconosciuti venduti fittiziamente a peso d'oro e messi a bilancio, ma terreni venduti per agricoli e invece di fatto commerciali in quanto appartenenti a società agricole che di agricolo non avevano nulla e dunque in tutto e per tutto società, e terreni, commerciali. Un giochino in grado di generare plusvalenze importanti visto il diverso regime fiscale, tra agricolo e commerciale, e se si considera che hanno generato imposte per 250mila euro mai pagati. Questo, uno degli elementi della maxi evasione scoperta dai finanzieri del gruppo Perugia sotto il coordinamento della procura della Repubblica.

Un'indagine che assomiglia più a un romanzo e che viaggia su due filoni. Perché l'indagato, un perugino attualmente residente nella provincia di Arezzo, nel giro di qualche anno è riuscito a passare da factotum di un ricco ingegnere a imprenditore attraverso, secondo gli investigatori, una serie di raggiri e attività illecite. Nei suoi confronti sono stati infatti formulate le ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio.
Un romanzo perché l'uomo, secondo quanto si apprende, fino al 2010 è l'uomo di fiducia di un facoltoso ingegnere proprietario di una residenza del 17esimo secolo, “Villa Mongiovino” nel comune di Panicale. Poi succede che l'ingegnere muore e il suo factotum-custode diventi legale rappresentante delle società riferibili all'anziano.
Come questo succeda non è molto chiaro, ma è quanto accade.

E c'è di più. Dal momento che gli eredi dell'ingegnere svolgono una prima visita per fare l'inventario del mobilio e degli oggetti di pregio all'interno della villa ma poi, al secondo sopralluogo, quei mobili e quegli oggetti di pregio non ci sono più. Volatilizzati. Assieme a una campana attribuita al maestro Crescimbene da Perugia, asportata dal tetto della villa e consegnata in conto vendita in un negozio d'antiquariato perugino. Per queste misteriose sparizioni, il factotum viene denunciato nel 2016 dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale e la campana messa al sicuro alla Galleria nazionale dell'Umbria.

Ma la storia non finisce qui, perché dagli accertamenti relativi a quelle sparizioni di oggetti d'arte e pregiati si arriva a un giro vorticoso di soldi, polizze assicurative, conti correnti, bonifici, prelievi in contanti, un appartamento comprato e intestato alla figlia e pure la partecipazione in un ristorante. Oltre ai conti delle società agricole svuotati e a un trust in cui confluiscono altri immobili Siamo tra 2018 e 2019 e tocca ovviamente alla guardia di finanza ricostruire nel dettaglio centinaia di migliaia di euro movimentate allo scopo, evidentemente, di non nasconderli il più possibile all'erario. Ma alla fine la stangata è arrivata: nei confronti dell'indagato è stato disposto dal gip, fa sapere il procuratore capo Raffaele Cantone, “il sequestro preventivo, funzionale alla confisca diretta e per equivalente, della somma di 861.381 euro, pari ai profitti illecitamente accumulati”.

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