Croce (La Sapienza): «Infrastrutture e idrogeno, ecco cosa serve a Terni per una crescita sostenibile»

Croce (La Sapienza): «Infrastrutture e idrogeno, ecco cosa serve a Terni per una crescita sostenibile»
di Giuseppe Croce
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Mercoledì 1 Settembre 2021, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 09:24

Dopo il lungo declino degli ultimi due decenni gli scenari per Terni sono riducibili a due: o si accetta un futuro da area interna o si intraprende una nuova fase di crescita sostenibile.
Un'area interna è caratterizzata da spopolamento e invecchiamento della popolazione, da una drastica riduzione non solo della quantità ma anche della qualità e varietà delle attività di impresa e dei posti di lavoro, da deboli investimenti privati, da un calo dei redditi fronteggiato con riduzione di prezzi e costi, da un'ampia quota di patrimonio edilizio inutilizzato e dal non essere più sede di un certo numero di istituzioni pubbliche e private.
Una fase di crescita sostenibile, al contrario, si ha se si riescono a individuare realisticamente e a valorizzare le potenzialità e le risorse locali, creando nuove occasioni di lavoro, anche qualificate, a vantaggio soprattutto dei giovani.
La posta in gioco è enorme. Rinunciare a una prospettiva di crescita significa perdere opportunità di vita e di benessere. Una perdita per tutta la comunità locale ma che per alcuni, i più deboli, è molto più grave che per altri.
Terni e il suo territorio non sono ancora irreversibilmente divenuti un'area interna ma è difficile non vedere che i processi in atto spingono in quella direzione. Talvolta anche quelle che sembrano buone notizie appaiono assai meno significative di quanto appaia a prima vista. Per esempio, la conquista di una fermata di un treno Frecciarossa a Orte, per la quale hanno dichiarato di aver tanto lavorato le forze politiche locali, a che serve veramente? Certamente rende un po' più tollerabile per alcuni il destino di riduzione ad area interna. Dunque utile come palliativo, che però non avvicina di un centimetro la prospettiva della crescita. In tema di infrastrutture e collegamenti, le partite decisive sono inserire la linea ferroviaria Orte-Falconara nell'Alta velocità di rete; il completamento della Orte-Civitavecchia; localizzare a Terni il polo dell'idrogeno, lungo la tratta ferroviaria Sansepolcro-Sulmona alimentata a idrogeno come di recente annunciato; migliorare i collegamenti, a cominciare da quelli pendolari, ma non solo, con Roma e Fiumicino.
La disponibilità delle risorse europee tramite il Pnrr può fornire una leva per reindirizzare il percorso verso la crescita. Va detto, però, che non sarà l'afflusso di finanziamento pubblici che da solo potrà determinare la svolta. Esiste anche la variante meridionale del destino di area interna, nella quale non di rado l'abbondanza di capitali pubblici ha prodotto opere effimere, non utilizzate o mal gestite senza generare crescita sostenibile. Per questa, servono vitalità imprenditoriale e investimenti privati, una visione e ambizioni adeguate dei principali attori locali, una comunità locale che non si accontenta di palliativi ma reclama iniziative concrete e coerenti.
Tra le notizie di quest'estate almeno una sembra andare decisamente in questa direzione: l'acquisto delle aree ex-Basell del polo chimico da parte di quattro imprenditori con importanti attività a Terni. L'investimento è significativo perché potrebbe preludere a progetti industriali di riconversione e rilancio del polo chimico. Proprio in vista del Pnrr, lascia intravedere possibili sinergie pubblico-private in grado di amplificare le ricadute dei finanziamenti pubblici. È importante anche la capacità delle imprese coinvolte di fare squadra e di superare la chiusura tipica di tanta imprenditorialità locale. Tutti motivi incoraggianti che aspettano conferma attraverso il rilascio di maggiori informazioni da parte delle imprese e i fatti che seguiranno.
E tuttavia non basta una notizia positiva ogni tanto per cambiare il destino di una città. Serve un'azione duratura e coordinata che al momento è difficile intravvedere all'orizzonte. Per realismo, bisogna riconoscere che non è solo la politica a non intestarsi obiettivi di crescita, è la stessa città e la sua opinione pubblica che sembrano curare solo microinteressi e accontentarsi di successi effimeri, senza reclamare strategie finalizzate alla crescita. E la mancanza di una domanda politica esigente da parte dell'elettorato favorisce, oggi come in passato, l'affermarsi di un'offerta politica mediocre e non all'altezza dei problemi. Chi può partire, a cominciare dai giovani, semplicemente si trasferisce altrove e chi rimane si accontenta di palliativi e protezioni. Ma accomodarsi su questa strada significa aver già accettato il destino di area interna.
Difficile prevedere se sulla scena politica locale qualche soggetto sarà capace di riempire il vuoto attuale e di intestarsi una proposta di crescita per Terni.
In attesa che questo avvenga, e per spingere in questa direzione, oggi l'unica possibilità è la pressione di soggetti organizzati, associazioni imprenditoriali, sindacati, la fondazione Carit, gli ordini professionali, la chiesa locale, le associazioni cittadine, il mondo della scuola. Tuttavia anche da questo fronte non giungono molti segnali di particolare vitalità. Eppure, chiunque abbia da promuovere interessi particolari e obiettivi di qualche rilievo dovrebbe maturare la consapevolezza che l'unica condizione in grado di realizzarli è all'interno di un quadro di crescita della città.

Professore di Economia
La Sapienza Universtà Roma

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