Gli esperti: la pandemia non è finita
Ecco i nuovi dati: 1500 contagi solo in un giorno

Gli esperti: la pandemia non è finita Ecco i nuovi dati: 1500 contagi solo in un giorno
di Fabio Nucci
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Giovedì 10 Marzo 2022, 08:00

PERUGIA La pandemia non è finita e l’Umbria resta una dimostrazione pratica della volatilità che caratterizza la fase di uscita dalla quinta ondata. Quella con una numerosità di casi record e che in questi giorni ha riportato la curva indietro di quasi un mese. L’ultimo bollettino indica altri 1.499 nuovi contagi in un giorno, col tasso di positività dei tamponi schizzato al 17,8%, nonostante una numerosità stabile dei test processati. Il ritorno del virus riguarda un po’ tutti i comuni, 23 dei quali hanno ritrovato un’incidenza sopra mille casi per 100mila abitanti: a Paciano e Montefalco il dato più alto.
L’effetto della sotto-variante Omicron 2, si legge nell’impennata del 48,3% subita dai contagi settimanali che dal 2 al 9 marzo sono passati da 5.229 a 7.757, con la media mobile ai livelli del 12 febbraio, a quota 1.108. Tra martedì e mercoledì mattina, altre 1.499 nuove diagnosi certificate a fronte di 8.422 tamponi processati con una risposta positiva in 17,80 casi su cento. Ne consegue, una media mobile, calcolata sui sette giorni, risalita al 14,3% come il 9 gennaio. Un dato che si accompagna a una quantità di test pressoché stabile con un incremento di appena l’1,2% rispetto alla settimana 24 febbraio-1° marzo. La crescita dei contagi, +48,3%, è trainata dai referti positivi dei tamponi processati con test antigenico (+56,90%) rispetto ai molecolari (+28%). Tali evidenze si accompagnano con una costante risalita degli attualmente positivi: l’ultimo bollettino ne indica 11.344, 729 in più visto un numero di guariti inferiore ai nuovi contagi, 767. Per ora si tratta di un dato in controtendenza rispetto al trend nazionale che vede sia il numero dei casi attivi, sia degli isolati in netto calo. «La situazione della pandemia è buona, ma il messaggio che passa è che sia tutto finito, questo invece è sbagliato», ribadiscono gli infettivologi. Non a caso nei giorni scorsi si sono ripetuti gli appelli dell’assessore regionale Luca Coletto, del commissario per l’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, e della professoressa Antonella Mencacci, a non abbassare la guardia e ad adottare le misure di prevenzione base: distanziamento, mascherina FFP2 anche all’aperto in situazioni di assembramento e igienizzazione delle mani.
Il virus si è diffuso in modo piuttosto uniforme nella regione dove l’incidenza per 100mila abitanti è risalita quasi a 900 casi. Normale, quindi, che 23 dei 90 comuni alle prese col SarsCov2 abbiano un dato superiore a 1000, con Paciano vicino ai 3mila casi, Montefalco ai 2mila. Tra i comuni maggiori dove il virus si è diffuso più rapidamente in quest’ultima settimana, figurano Gubbio, Spoleto, Castiglione del Lago, San Giustino e Città di Castello. Solo Poggiodomo e Scheggino sono tornati Covid-free.
Segnali incoraggianti arrivano dagli indicatori di gravità che appaiono tutti in calo, anche se occorre ricordare la una latenza di almeno una decina di giorni rispetto alle ondate di contagi che tali parametri presentano. I degenti Covid ordinari, ad esempio, in un giorno sono passati da 139 a 135 (3 di ostetricia e pediatria, 4 entrati in ospedale per altre patologie), mentre quelli critici da 6 a 5 e nessun ingresso è stato segnalato nelle terapie intensive regionali. In totale sono 140 i positivi che necessitano di cure ospedaliere, l’1,2% dei casi attivi (0,9% in Italia). Agenas calcola una saturazione dei posti letto al 6% per le intensive, al 20% per l’area medica. Ha ripreso a scendere anche la curva dei decessi: ieri altri tre casi letali, ma il dato settimanale è sceso a 12, al livello più basso dal 5 gennaio.

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