Covid, torna la paura tra gli anziani:
«Creare una rete di protezione»

Covid, torna la paura tra gli anziani: «Creare una rete di protezione»
di Nicoletta Gigli
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Domenica 16 Agosto 2020, 09:29
Terni L'ultimo contagio fa salire a venti il numero di positivi al covid 19. Dal servizio di igiene e sanità pubblica dell'usl Umbria2 fanno sapere che si tratta di un caso di importazione. Ad essere positivo è un nigeriano di 41 anni che vive a Orte, ricoverato nel reparto malattie infettive del Santa Maria. «L'emergenza covid è tutt'altro che superata e comporta risvolti psicologici significativi in tutte le fasce d'età» dice Elena Argenti, che da aprile a giugno è stata una delle operatrici del numero verde attivato dal ministero della salute. Elena, impegnata anche nell'ascolto telefonico di Auser, fa parte dell'associazione di volontariato Psicologi per i popoli Umbria, che si occupa di psicologia dell'emergenza, ed ha raccolto i disagi di centinaia di persone. «Mi ha colpito il colloquio con una donna. Nonostante le difficoltà di salute - dice - è riuscita a vivere la quarantena e l'isolamento rispetto ai suoi familiari mantenendo una buona rete sociale. Quella che aveva costruito negli anni grazie alla sua attività di volontariato. Per lei la quarantena non è stata un fatto straordinario, alla solitudine era abituata. Mi ha raccontato di essere riuscita a non isolarsi, di essere stata in grado di aiutare a distanza altre persone. Un grande esempio di forza, di resistenza rispetto all'emergenza». Gli anziani rappresentano il 29 per cento sul totale delle chiamate ricevute da tutta Italia. «Il nostro intervento era mirato a mettere le persone nella condizione di riattivare le proprie risorse, per tornare a costruire una nuova normalità, che non sarà quella del pre- covid. C'è gente che ha perso i propri cari, il lavoro, la routine quotidiana. L'ansia diffusa tra le persone è significativa del fatto che c'è il tentativo di riattivarsi per rimettersi in gioco. A tutte le fasce d'età, dai 18 agli 80 anni, viene chiesto un nuovo modo di adattarsi ad una situazione straordinaria». Per i professionisti del settore non è stato semplice rispondere alle tante richieste d'aiuto: «Abbiamo affrontato una situazione straordinaria con i pochi mezzi a disposizione. Mentre i giovani e gli adulti vengono indirizzati verso lo sviluppo delle proprie potenzialità, negli anziani c'è l'esigenza di trattenere una parvenza di normalità». Elena, psicologa clinica, è impegnata anche nell'ascolto telefonico attivato da Auser: «Anche qui è emerso un forte senso di smarrimento. Un anziano ha pochi punti di riferimento ma buoni e quando vengono meno c'è il timore di perdere il controllo. A Terni 30mila over 65 vivono soli. Erano isolati già prima del covid, la pandemia ha accentuato l'isolamento anche sociale». Per creare un legame nella comunità l'associazione ha proposto il progetto Grandi storie in piccoli spazi, per raccogliere aneddoti, ricette, poesie. Un libro che mette in evidenza come Auser, ai tempi del covid, sia stata un'ancora per chi ha approdato in un'isola sconosciuta. «Durante la pandemia ci siamo resi contro che i servizi di prossimità sono molto carenti - dice Elena. C'è la difficoltà dei servizi territoriali di approcciare al problema terza età in modo più consistente».
 
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