Covid, febbre alta e convulsioni
a Terni ricoverato in Terapia Intensiva
un bimbo di tre anni

Covid, febbre alta e convulsioni a Terni ricoverato in Terapia Intensiva un bimbo di tre anni
di Nicoletta Gigli
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Domenica 3 Luglio 2022, 09:07

TERNI «E’ successo tutto all’improvviso. La febbre alta, le convulsioni e il bimbo che non dava segni di vita. L’ambulanza è arrivata in tre minuti, istanti interminabili per noi che lo tenevamo tra le braccia e tentavamo di rianimarlo. Ora che mio nipote sta meglio, in attesa che venga dimesso dall’ospedale, non posso non fare un appello a chi pensa che il covid non esista e ha lasciato le mascherine in un cassetto senza pensare alle conseguenze del virus». A raccontare quelle ore di autentico terrore è una giovane nonna ternana. Suo nipote ha tre anni ed è stato colpito dal covid senza alcun preavviso. E’ un bimbo sano, non ha alcuna patologia e fino a qualche giorno fa non c’erano elementi che potessero far pensare al peggio in caso di contagio. Il dramma nel pomeriggio di giovedì, nell’appartamento dove vive la famiglia ternana. All’improvviso il bimbo dice di avere un forte mal di pancia. Piange e si dispera per il dolore e, nel giro di pochi minuti, la febbre sale in modo repentino e importante. Con lei arriva una crisi convulsiva che fa temere il dramma: «Ho cercato di mantenere la calma e di pregare mentre il piccolo, con la bocca serrata, sembrava non avere più alcuna reazione vitale. Il 118 per fortuna è arrivato immediatamente, quando ho sentito la sirena ho pregato e sperato che mio nipote potesse farcela». Il bimbo viene soccorso e, dopo averlo rianimato, viene sottoposto a un doppio test.

Il secondo conferma la positività al covid. Poi la corsa dell’ambulanza al “Santa Maria”, dove il piccolo viene ricoverato in intensiva e monitorato 24 ore su 24. Accanto a lui la sua mamma, che non l’ha lasciato neppure per un istante. Ieri la notizia tanto attesa. Il bimbo è fuori pericolo tanto che a breve potrebbe essere trasferito dall’intensiva al reparto covid in attesa delle dimissioni dall’ospedale. “Mio nipote non andava all’asilo da aprile, avevamo saputo che alcuni bambini avevano contratto il covid - dice la nonna ancora molto provata. Oltre a noi della famiglia, tutti negativi, ha frequentato solo qualche negozio”. L’appello è accorato: “Le mascherine devono essere indossate e rese obbligatorie perché il covid, come confermano i dati, non è sparito. Dopo che sono state allentate le misure di protezione i contagi sono aumentati in modo significativo e non si può abbassare la guardia. Il covid c’è e, come dimostra quello che è accaduto a mio nipote, è pericolosissimo prenderselo. Ci vuole coraggio a dire che il virus è sparito quando ci sono bambini, adulti e anziani che rischiano la vita”. L’appello in una regione dove si registra un aumento di casi e di ricoveri. Al 28 giugno in area medica c’erano 157 pazienti e uno in terapia intensiva. Oggi sono salite a 180 le persone positive ricoverate e per cinque è stato necessario il trasferimento in terapia intensiva.

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