Costacciaro, il Comune era in bolletta: sindaco e giunta hanno rinunciato all'indennità per sette anni. E ora non prendono l'aumento

Andrea Capponi :«C'era un buco di due milioni»

Da sinistra il sindaco Andrea Capponi con gli assessori Patrizia Lupini e Paolo Mascolini
di Massimo Boccucci
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Lunedì 11 Settembre 2023, 11:21 - Ultimo aggiornamento: 14:02

COSTACCIARO Dev'essere l'effetto dei deltaplani in volo dal monte Cucco, che domina su questo piccolo Comune appenninico di 1.139 abitanti del comprensorio Alto Chiascio. A Costacciaro vola alto pure la politica e non capita spesso, specialmente quando di mezzo ci sono i soldi. La storia del sindaco, Andrea Capponi sembra più unica che rara. È al secondo mandato e solo nel 2021 ha deciso di prendere l'indennità, così come dal 2022 il vicesindaco con delega al bilancio e ai servizi sociali Patrizia Lupini, perché nei precedenti 7 anni si sono accordati per rinunciare dovendo sistemare i conti del Comune. In pratica, ha lasciato nelle casse comunali 50.752 euro, così come il vicesindaco ne ha lasciati 11.731,50. Non ha rinunciato l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Mascolini ma perché lavora a Perugia e non chiede rimborsi. È stato fatto anche di più: quando il governo Draghi ha varato, nella legge di bilancio per il 2022, gli aumenti fino a raddoppiare in tempi di crisi i compensi degli amministratori locali, né Capponi né i suoi collaboratori hanno mai fatto richiesta e dunque percepiscono gli stessi compensi. Non hanno i cellulari del Comune, non usano le auto né chiedono i rimborsi di alcun genere. I cittadini sanno tutto. L’indennità lorda annuale del sindaco è 7.808 euro, cioè 650,67 al mese (465 netti), mentre quella per gli assessori Lupini e Mascolini è 1.561,80 euro l'anno, ossia 130,15 mensili (95 netti). I gettoni di presenza degli undici consiglieri comunali (compreso il sindaco che è anche presidente dell'assemblea) sono stati ridotti nel 2014 da 16,27 a 9,76 euro a seduta, ma le somme non vengono percepite e quindi lasciate al Comune che risparmia sulle spese della politica.

Capponi, 49 anni e dipendente d'azienda a Fabriano, ha vinto le elezioni nel 2014 alla testa della lista civica «Costacciaro per tutti» con il 64 per cento dei voti (495 rispetto a 305 voti dell’altra lista), poi nel 2019 ha corso da solo prendendone 589. L'anno prossimo potrebbe ripresentarsi (per i Comuni sotto i 3.000 abitanti sono consentiti tre mandati consecutivi) e valuterà con la lista il da farsi. «La rinuncia alle nostre indennità - racconta il sindaco - è stata una scelta di responsabilità civile e di correttezza verso i cittadini già gravati dalle tasse, le cui aliquote erano state portate al massimo. Il Comune versava in una condizione di predissesto, oltre ai debiti verso la Cassa depositi e prestiti e con il Mef molto pesanti per una realtà come questa». Capponi evidenzia come vi fosse un buco di bilancio di due milioni e mezzo (solo di quota capitale) con 1,8 per i mutui contratti, 500mila di funzionamento, 247mila per la mancata chiusura del bilancio 2012. «Siamo stati d'accordo di rinunciare per il primo mandato e la scelta è stata confermata nel secondo anche da coloro che sono subentrati. L'esempio deve sempre venire dall'alto e penso che la politica debba tornare alle antiche origini, così come è nato il principio della democrazia. Oggi ha perso completamente il suo orientamento dando un messaggio distorto e creando un clima di diffidenza fino ad allontanare sempre di più le persone e i giovani. I vitalizi? Credo che aver amministrato beni e interessi collettivi sia una gratificazione di gran lunga superiore».

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