PERUGIA - L'aria era ferma, da giorni, a Firenze. Era noto come la prima udienza del processo per corruzione all'ex procuratore aggiunto Antonella Duchini si sarebbe aperta e chiusa in un rinvio per un difetto di notifica. E invece a essere statica era solo l'elettricità di anni di tensioni, che hanno trasformato un'udienza tecnica nella prima promessa di aspra battaglia in aula.
E in fondo si comprende, non solo per le accuse al magistrato ora in pensione (l'inchiesta parla pure di rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio e peculato), ma anche per i profili degli altri imputati: gli ex carabinieri del Ros Orazio Gisabella e Costanzo Leone, il carabiniere Fabio Sinato, il dottor Ignazio Pusateri, l'industriale Carlo Colaiacovo, l’imprenditore Valentino Rizzuto e l’avvocato Pietro Gigliotti. In una storia che intreccia una nuova dinasty eugubina, con una mai sopita faida familiare, ad accuse – secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco e del sostituto Leopoldo De Gregorio – di mazzette e gestione interessata del sistema giustizia. Accuse che invece gli avvocati degli imputati, tra gli altri Nicola Di Mario, Michele Nannarone e Francesco Falcinelli, contestano con determinazione, certi di poter dimostrare durante il dibattimento l'estraneità dei loro assistiti.
Intanto ieri, ad aprire gli scontri in modalità fanteria, l'avvocato Luca Maori che ha avanzato la richiesta di costituzione di parte civile del luogotenente della guardia di finanza Vinicio Fasi, pronto a chiedere i danni dopo essere stato indagato, archiviato e «individuato – si legge nella richiesta - come soggetto da colpire ed intimidire per completare il disegno criminoso elaborato nell'ambito dell'accordo corruttivo e per interrompere lo svolgimento di ulteriori attività di indagine nei confronti del Rizzuto Valentino.