Scuola, mascherine e vaccinazioni: gli insegnanti chiedono protezione

Studenti nel laboratorio di chimica per lezioni in presenza alla scuola Itis Volta di Perugia durante l'epidemia di Coronavirus COVID-19
di Remo Gasperini
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Domenica 10 Gennaio 2021, 12:00

PERUGIA - Si allunga la Dad per gli studenti delle superiori e si allunga parimenti la protesta del sindacato degli studenti. Non è che nella maggior parte di chi va a scuola, per intendersi gli oltre 75mila del primo ciclo che frequentano dunque infanzia, primarie e medie inferiori, ci sia totale tranquillità. Soprattutto tra il personale docente, quasi 12mila, il perdurare delle misure anti contagio, del resto indiscutibilmente necessarie, sta mettendo a nudo difficoltà di gestione fin dalla scuola di infanzia dove gli oltre 16mila bambini sono seguiti da 1.600 docenti. Per esempio ai dirigenti scolastici cominciano ad arrivare lamentele, chiamiamole così, da parte di genitori preoccupati per le finestre delle classi che vengono aperte e che da quando è arrivato il freddo causano i soliti malanni di stagione. Detto che ormai nello zainetto dei bambini più piccoli ma anche dei più grandi c’è di default l’indumento suppletivo (felpa maglione, giacchino) proprio in previsione di questa situazione, i presidi non possono non ricordare ai genitori che il protocollo ministeriale prevede «periodici e frequenti ricambi d'aria insieme alle consuete e già richiamate norme igieniche». Forse le lamentele sono dovute al fatto che qualcuno tiene lo spiffero sempre aperto. Il motivo? Soprattutto le maestre dell’infanzia cominciano ad accusare lo stress dello stare in classe tutta la mattinata a contatto con i bimbi che ovviamente non hanno protezioni.

MASCHERINE

In aggiunta c’è il nodo mascherine.

Quelle che arrivano alle scuole dal ministero non sono FFP2, cioè non proteggono chi le porta. Non tutte le scuole hanno fondi per comperare mascherine FFP2 quotidiane a tutti gli insegnanti (al massimo possono provvedere per i docenti fragili) dunque il problema in vari casi sussiste e aumentano i docenti che provvedono in proprio a proteggersi. Nelle scuole primarie e medie, da quando c’è l’obbligo per chi ha più di sei anni, le portano anche gli scolari: vengono distribuite gratuitamente (corte per le elementari e lunghe per le medie) ma per i più piccoli vengono ritenute troppo pesanti e scomode così sono molti i genitori che provvedono ad acquistarle in proprio. Secondo mamme e papà le ultime mascherine arrivate dopo quelle chirurgiche distribuite in settembre hanno diversi punti di criticità per esempio nella saldatura dell’elastico. Girano anche tutorial per suggerire modifiche ma la soluzione più semplice trovata è comprarne in proprio di chirurgiche.

VACCINAZIONI

In questo contesto l’attesa per il piano vaccinale del personale non è meno sentita. E’ un problema nazionale, ma anche dall’ Umbria cominciano a emergere sollecitazioni per cambiare la tempistica di somministrazione che al momento mette gli insegnanti in terza fila: dopo i medici e gli ospiti delle residenze, come ha detto Arcuri, a febbraio toccherà alle persone che hanno più di 80 anni poi saranno vaccinati gli anziani dai 60 agli 80 anni, le forze dell’ordine, gli insegnanti e il personale scolastico. Il che vuol dire docenti protetti sul finire dell’anno scolastico. STUDENTI

Dopo la proroga del rientro al 25 gennaio, il sindacato studentesco Altrascuola - Rete degli Studenti Medi Umbria, riafferma che «la gestione della pandemia in Umbria è stata disastrosa e il Governo Regionale sta continuando a procurare alla nostra generazione danni educativi incalcolabili e continua a rifiutare ogni tipo di dialogo». E il coordinatore regionale Matias Cravero rinnova alla Tesei la richiesta di incontro: «Non è possibile andare avanti così, finché non verranno messi in campo investimenti strutturali nei trasporti e nel diritto allo studio non sarà possibile costruire una ripartenza del sistema scolastico in presenza e in sicurezza».

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