Comune di Orvieto, uffici operativi solo su appuntamento, ascensore «a chiamata», pratiche gestite «dalla finestra». Tutta colpa del Covid

Comune di Orvieto, uffici operativi solo su appuntamento, ascensore «a chiamata», pratiche gestite «dalla finestra». Tutta colpa del Covid
di Monica Riccio
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Giovedì 17 Settembre 2020, 19:37 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 09:57
ORVIETO Tutta colpa del Covid. Al comune di Orvieto, nonostante sia da un pezzo terminata la prima fase dell'emergenza da pandemia da Coronavirus, che ha di fatto paralizzato tutta Italia, amministrazioni pubbliche comprese, gli uffici comunali sono tuttora in preda ad "un'ansia da Covid" inspiegabile.

Se da un lato sono pienamente operativi, ad esempio, gli scuolabus in osservanza di tutte le regole anti-contagio, e tutta la città ormai da mesi sta lavorando a pieno ritmo in tutti i campi, appare quantomeno curioso che al comune non si possa ancora avere accesso ad alcuni uffici, se non previo appuntamento, se non secondo logiche assurde, incoerenti e pure un filino irrispettose della utenza.

Al palazzo comunale è ancora chiuso dal lockdown l'unico accesso a pian terreno dotato di ascensore che collega a tutti i piani della sede principale. L'ingresso, l'unico dedicato all'utenza con problemi di deambulazione o comunque con necessità di salita assistita (mamma con passeggino, persona con deambulatore, persona su sedia a rotelle, persona al momento inabile, ecc.), è chiuso da una serranda e sul vetro è apposto un foglio che avvisa in caso di problemi di mobilità di chiamare i numeri del comune. Quindi un cittadino orvietano per entrare a casa sua, la casa comunale, deve chiamare un ufficio che deve smettere di lavorare e andare a aprire (e richiudere) l'accesso, salire, e poi quando ha finito farsi riaprire (e richiudere) l'accesso a pian terreno. L'ascensore in questione serve tutti i piani e i dipendenti lo usano per spostarsi da un piano all'altro. Quindi se come dice la sindaca Tardani "l'ascensore è chiuso per evitare contagi Covid", l'utenza (che poi è già abituata a prendere ascensori e sa benissimo come ci si comporta a bordo) è a rischio contagio, ma non gli impiegati, liberissimi di usarlo tutto il giorno. Inoltre se come dice la sindaca "se apro l'ascensore mi si riempie il comune di gente" è oltremodo curioso come invece il portone principale del palazzo, su via Garibaldi, sia aperto a tutti, senza alcun controllo, senza filtri, e quindi potenzialmente il comune si può "riempire di gente lo stesso", in ogni momento.

Accessibilità zero al portone principale di via Garibaldi. L'ingresso principale del comune presenta tre scalini, un ingresso, e poi due scalate a scale basse, ma pur sempre scale, che non sono assistite dal alcun corrimano (vedi foto sotto) per cui è logico pensare che un disabile o una persona con problemi (o la mamma con il passeggino) non vi possa aver facile accesso (non è prevista alcuna rampa). Ma c'è di più, sul portone principale, non è indicato l'altro accesso, quello facilitato. 

La situazione alla sede decentrata di via Roma non è migliore. Qui molti cittadini al momento alle prese con rinnovi di certificati elettorali o operazioni di anagrafe hanno riferito di impiegati che "lavorano dalla finestra" o peggio "sulla piazza", perché nella mattina di giovedì 17 "mancava l'addetto al triage". E il comune, per chi ha bisogno di ritirare un nuovo certificato elettorale in vista del referendum del 20 e 21 settembre, ha "ideato" una specie di scatolone (vedi foto sotto) dove lasci il vecchio, poi sarai chiamato quando è pronto il nuovo.

Insomma al comune di Orvieto si lavora eccome, ma evitando il più possibile il contatto con la gente e utilizzando delle soluzioni a dir poco "bizzarre" per distanziare l'utenza (abile o disabile, fa lo stesso). 


La scalinata interna


L'ingresso principale











 
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