PERUGIA - «Siamo stati cacciati via dal cinema, nonostante fossimo tutti in possesso del green pass e nonostante avessimo già pagato i biglietti. Le pare normale?». Di normale, da oltre un anno e mezzo, in effetti è rimasto molto poco. Soprattutto se le regole non sono ben chiare e di facile reperimento. È quanto emerge dalla disavventura di una famiglia che sabato sera si è presentata alla cassa di una nota catena di cinema in città.
Madre, padre e figlia: i genitori con la vaccinazione completata e la piccola di casa con la certificazione della prima dose effettuata. E proprio la sua posizione ha costretto la famiglia, dopo una dura litigata, a tornare tutti a casa. Con la gioia di poter tornare finalmente in una sala cinematografica durata giusto “Come un gatto in tangenziale”, il film che avevano pagato per vedere. Il padre, un professionista stimato, aveva infatti ordinato e pagato i tre biglietti tramite il portale del cinema: ventisette euro per una serata in famiglia. «Ma una volta arrivati all'ingresso – racconta – ci hanno chiesto il green pass. Nessun problema per me e mia moglie, ma quando hanno controllato la certificazione di nostra figlia ci hanno fatto problemi. Anche in maniera molto poco cortese». «Il problema? Ha fatto la vaccinazione tredici giorni fa – spiega il papà – e il dipendente ha ribadito la necessità che ne fossero passati quindici per poterle permettere l'accesso. In un cinema, dispiace dirlo, praticamente vuoto».
La disavventura della famiglia, purtroppo, nasce proprio da questa «mancanza di certezza». Dovuta alla confusione per il green pass arrivato al dodicesimo giorno dalla vaccinazione. «Se io ho un documento valido in mano, inviato dal ministero, ho il diritto di poterlo utilizzare – ragiona il professionista -. Ma non c'è stato modo di far intendere le nostre motivazioni, anche giuridicamente valide, al personale del cinema. Ci rivolgeremo a un avvocato e non certo per i 27 euro, ma non è corretto essere stati trattati così. Perché posso dimostrare che sulla certificazione c'è scritto chiaramente come sia “valida fino alla prossima dose”, senza alcun accenno all'inizio della validità. Se ho in mano un documento corretto, lo posso usare. Quindi, chi sbaglia? Il cinema o il ministero?».
Una domanda, in effetti, per cui non è stato semplice cercare la risposta giusta.