Botte all'asilo di Corciano, la maestra si difende: «Solo intento educativo»

Botte all'asilo di Corciano, la maestra si difende: «Solo intento educativo»
di Egle Priolo
2 Minuti di Lettura
Martedì 4 Aprile 2023, 07:40

PERUGIA - La maestra indagata per maltrattamenti nell'asilo nido Giamburrasca di Corciano fa un passo indietro. Si dice sì «pentita» ma parla di «intento educativo e nessuna volontà di arrecare danni ai bambini». Questa la versione proposta dalla 47enne durante l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice Angela Avila che, dopo le indagini e le immagini riprese dai carabinieri nella struttura di cui è titolare, le ha imposto un divieto di avvicinamento all'asilo. Attraverso i suoi avvocati Nicodemo Gentile e Daica Rometta, l'educatrice ha chiesto una riqualificazione delle contestazioni che le vengono rivolte in abuso di mezzi di correzione. Ipotesi di reato che, in realtà, lo stesso gip nella sua ordinanza ha già vagliato, escludendo però nessuna giustificazione di «eventuale intento educativo e correttivo» in quelle botte sulle cosce o negli insulti registrati dalle telecamere dei carabinieri e raccontati dalla maestra che l'ha denunciata.

E proprio sulla collega che lei stessa aveva assunto, la donna ha ricordato come le due non abbiano mai lavorato insieme negli stessi turni. Anzi, ripercorrendo il loro rapporto, la 47enne ha ricordato come la denunciante «abbia creato problemi fin dall'inizio». Lasciando quindi intendere come anche un rapporto poco sereno possa essere alla base del suo racconto ai militari della Stazione di Corciano che ha dato il via alle indagini. Con i militari che hanno ripreso l'attività per un mese, da novembre a dicembre scorsi, portando al sostituto procuratore Mario Formisano le prove di episodi che il gip ha considerato sostanziare «gravi indizi di colpevolezza»
L'indagata, invece, ha sottolineato soprattutto come in tanti anni di attività – il Giamburrasca è aperto dal 2003 – non abbia mai ricevuto denunce o segnalazioni dai genitori per eventuali maltrattamenti. Un passaggio contestato effettivamente anche dagli inquirenti visto che, come si legge nell'ordinanza, una denuncia ci sarebbe stata nel 2019, anche se – secondo quanto già riportato su queste colonne – potrebbe essere relativa a lesioni su un bimbo di pochi mesi a opera di qualche altro piccolo affidato alla struttura, secondo quanto riportato su una recensione online dai genitori che anni fa si sono rivolti ai carabinieri e a cui fa riferimento l'ordinanza stessa.
Il giudice Avila, dopo circa un'ora e mezza di interrogatorio, si è riservata la decisione: da ieri, ha cinque giorni di tempo per valutare le richieste della difesa e stabilire di accogliere anche l'annullamento della misura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA