Bianco, rosso, grigio e marrone. Ecco come gli ombrelloni dei bar colorano le piazze di Terni

Bianco, rosso, grigio e marrone. Ecco come gli ombrelloni dei bar colorano le piazze di Terni
di Aurora Provantini
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Domenica 10 Settembre 2023, 22:51

TERNI – Bianco, rosso, sabbia, marrone (chiaro, scuro e grigiastro), grigio (chiaro, scuro e nerastro), nero. I colori delle coperture dei tavoli esterni ai bar sono tantissimi a Terni. Alle volte fin troppi, e tutti concentrati in una stessa piazza.  Eppure, proprio per non andare a braccio, nel 2016  Palazzo Spada si è dotato di  un “Piano guida per l’arredo urbano” . Un regolamento che prescrive l'uso - per tavolini, sedie e ombrelloni -  di soluzioni unitarie per tipologia, modelli, materiali, forme e colori.  Per intenderci, la realizzazione di ombrelloni e dehors deve avvenire nell'ambito di regole condivise che ne garantiscano la compatibilità con i luoghi e il decoro pubblico. Nel documento è messo nero su bianco che «nel centro storico non sono ammessi sugli ombrelloni e sulle tende loghi o marchi se non quelli dell'esercizio commerciale di riferimento». Che «le sedie ed i tavoli dovranno essere di tipologia unica e coordinata e disposti in forma regolare». Che «è preferita la tinta unita, nelle tonalità coerenti con il contesto e con l’edificio interessato ». Poi tanto altro: i colori ammissi e quelli vietati (il rosso).

La giunta Di Girolamo, nel 2016, dettò le regole (a cui attenersi) per rendere le piazze migliori ed evitare di trovarsi circondati da accozzaglie di ombrelloni e tavolini di forma e colore diversi.

Linee guida per pensare bene i dehors, riconoscendo la funzione positiva dell’utilizzo del suolo pubblico. Nel regolamento, facendo distinzione tra strutture di tipo A (tavolini, sedie, ombrelloni, tende e in inverno corpi riscaldanti) e di tipo B (dehors temporanei con maggior grado di complessità strutturale e copertura), si imponevano interventi che fossero coerenti. Sicuramente,  dopo il periodo sciagurato della pandemia e la nuova estroversione della vita urbana indotta dal Covid, quel piano potrebbe essere aggiornato, anche per stabilire come un nuovo intervento dovrebbe aggiungersi al precedente.    

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