Amelia, prosegue il progetto "Lettere per Barbara Corvi". Cittadini e istituzioni chiedono verità e giustizia

Amelia, prosegue il progetto "Lettere per Barbara Corvi". Cittadini e istituzioni chiedono verità e giustizia
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Sabato 27 Gennaio 2024, 12:35

Nuova tappa del percorso "Lettere per Barbara Corvi", la giovane amerina scomparsa nel nulla il 27 ottobre 2009. Un progetto nato a giugno 2022 all'interno dell’osservatorio regionale sulle infiltrazioni e l’illegalità della regione Umbria e che, nonostante l'archiviazione del caso lo scorso 13 luglio, non si è mai fermato. Una lettera ogni 27 del mese, scritta da persone appartenenti alla società civile impegnate nella ricerca della verità e pubblicata sulle testate giornalistiche umbre e calabresi. L’obiettivo generale della proposta è rendere la memoria di Barbara Corvi una prassi condivisa coinvolgendo persone e associazioni nel territorio umbro e non solo.

La lettera di gennaio è firmata da Chiara Sensini neolaureata all'università Alma Mater Studiorum, tirocinante al tribunale di Bologna.

Cara Barbara,

ho ragionato a lungo nel tentativo di esprimere nero su bianco quel che mi viene alla mente pensandoti. Vorrei partire prendendo in prestito le parole di Maurice Halbwachs, il quale ha affermato – nella Premessa alla sua prima indagine sistematica sulla memoria collettiva – che «se esaminiamo un po’ più da vicino i modi in cui ricordiamo, scopriremo che […] il maggior numero di ricordi ci torneranno in mente allorquando i nostri parenti, amici o altri ce li ricorderanno». E allora diventa per me e per tutta la collettività, un dovere morale, soffermarci e portare avanti questa lotta di ricerca della verità su cosa accadde davvero quel giorno. Lotta costante che non conosca arrese.

Sono ormai passati 15 anni da quel terribile 27 ottobre del 2009 in cui sei scomparsa da Montecampano di Amelia, una piccola frazione di Terni. Da quel giorno, ogni ipotesi sembra non aver mai ricevuto un riscontro, gli elementi e le testimonianze giudizialmente raccolte sono state ritenute insufficienti.

“Forti sospetti”, che “non assurgono a sufficienti e concordi elementi indiziari”, dicono i giudici. E allora tornano alla mente le parole di un grande scrittore e poeta: “Noi sappiamo, ma non abbiamo le prove”. Per ora. Da ragazza di 25 anni, colma di sogni e speranze di un futuro migliore, mi sento di dire che tutto questo non è accettabile e ancor meno, sufficiente. Non può essere sufficiente. Non è stato fatto tutto il possibile. La nostra battaglia deve continuare. E continuerà, incessantemente. Sarà più forte il fragore di chi non si arrende alle ingiustizie e di chi non avalla un silenzio assordante e omertoso tenendo con il fiato sospeso su quell’interrogativo “Dove sei Barbara? Cos’è accaduto?”.

C’è un mondo fatto di persone che si ribellano all’indifferenza, all’illegalità e alle ingiustizie. Un mondo consapevole che la convivenza civile e pacifica si fonda sulla giustizia sociale, sulla dignità e la libertà di ogni persona. E sarà proprio questo mondo, il nostro mondo, a vincere questa battaglia. La nostra battaglia.


Chiara Sensini

Neolaureata presso Alma Mater Studiorum,

Tirocinante presso Tribunale di Bologna

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