PERUGIA - Distrutti. Entrambi. I due telefoni sequestrati a Katalina Erzsebet Bradacs, la mamma accusata di aver ucciso a coltellate il figlio Alex Juhasz di neanche tre anni il primo ottobre a Po' Bandino, sono stati danneggiati in modo «irreperabile», tanto da rendere impossibile la perizia in programma ieri nei laboratori del Reparto Tecnologie informatiche dei carabinieri di Roma.
In particolare, uno è stato aperto e distrutto internamente con un oggetto appuntito, il secondo invece è stato buttato in acqua che ne ha ossidato tutta la parte metallica. Ma per fortuna ai carabinieri è stato possibile estrarre il chip di memoria tanto da ripristinarlo su un hard disk esterno: i risultati dell'analisi del materiale scaricato dal cellulare saranno disponibili tra qualche settimana.
La donna, arrestata con l'accusa di omicidio volontario aggravato, è sempre in carcere da cui, oltre a ribadire la sua estraneità ai fatti contestati dal sostituto procuratore Manuela Comodi, sembra stia inviando diverse lettere in Ungheria - era scappata da Budapest con il piccolo Alex subito dopo l'affidamento del bambino al padre Norbert – in cui racconta (anche a personaggi pubblici) di non veder l'ora di uscire per abbracciare il suo bambino.