All'indomani della proposta di Parlavecchio ai parlamentari umbri di farsi portavoce per una legge che inasprisca le pene, fino alla confisca, nei confronti dei proprietari di casa che affittano in nero e spesso ai clandestini, il Siulp abbraccia e rilancia questa proposta. «Apprendiamo con grande piacere che finalmente, oltre alle solite dichiarazioni d’intenti, ci sia qualcuno che inizia, anzi continua, a cercare di andare diritto alla soluzione dei problemi. Il fenomeno dello spaccio certo non sarà debellatola da tale misura ma sicuramente potrebbe raggiungere il primo facile obiettivo di rendere (per loro e solo per loro) la città meno accogliente. Infatti, oltre allo scontato e principale obiettivo di rispedirli a casa, sicuramente il secondo è quello di interrompere tutto l’indotto che si è creato attorno a questa rete di spacciatori, per costringerli a lasciare la nostra città o almeno, per rendere il loro lavoro un po’ piu complicato e magari per facilitare il nostro».
Come all'epoca del Cie, la questione genera pareri concordi e discordi. Durissima la presa di posizione di Franco Granocchia, Idv. «Prima l'insensata richiesta del Cie, che riempirebbe la cittá di folle di clandstini, ora questa: dico a Parlavecchio che oltre ai muscoli occorre usare la testa, altrimenti si capisce che è solo tattica pre elettorale. C'era ancora Locchi sindaco quando chiedevo, del tutto inascoltato, un censimento dei quartieri a rischio. Perché è così che si deve agire. Censire i quartieri piú difficili del centro e della zona Ponti, bussare casa per casa utilizzando gli impiegati pubblici, quindi intrecciare i dati con i consumi di acqua, luce, gas e rifiuti e solo allora sará possibile intervenire e duramente».
Duro il consigliere comunale Pdl, Emanuele Scarponi, che ha definito «irritante» il fatto che «questi temi vengono dibattuti solamente ora a 6 mesi dalle elezioni amministrative».
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