AdEspresso, l'idea milionaria
che ha stupito la ​Silicon Valley

I creatori di AdEspresso
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Mercoledì 1 Marzo 2017, 13:18 - Ultimo aggiornamento: 13:19
Da Terni a Vancouver, passando per Milano e, soprattutto, per la Silicon Valley. Ha attraversato mezzo mondo, scalando le vette della digital economy in pochi anni, ma ha un un'anima in gran parte rossoverde una delle startup oggi più quotate' a livello mondiale, tra i principali partner di Facebook e Instagram nel settore del marketing: si chiama AdEspresso e poche settimane fa è stata acquistata per una cifra a tanti zeri - quella esatta è top secret, ma si parla di decine di milioni di dollari - dalla piattaforma tecnologica canadese Hootsuite, un colosso del social management. Un vero e proprio exploit che vede tra i suoi registi anche due ternani, Massimo Chieruzzi e Valerio Morettini, entrambi 38enni, il primo ex giornalista e poi creatore dell'agenzia di marketing digitale Creative Web, da cui ha presso le mosse AdEspresso, l'altro programmatore: insieme ad altri tre italiani nel 2013 sono saliti su un volo per San Francisco, portando in uno dei tre acceleratori della Silicon Valley quella che allora era ancora solo un'idea più che un prodotto finito. Si tratta in particolare di un software che consente alle imprese di ottimizzare la pubblicità sui social, per ottenere più clic, creando centinaia di varianti di annunci a seconda dei target a cui sono rivolti. «E' stato un esperimento bellissimo durato tre mesi - raccontano i due ternani della loro esperienza nella Silicon Valley -. Eravamo lì con un banchettino a descrivere agli investitori quello che avevamo in mente, alla fine del trimestre avevamo raccolto già il primo milione di dollari di finanziamenti». Per AdEspresso è stato il lancio verso il successo. «Da allora siamo cresciuti costantemente - spiega Chieruzzi, il cervello' della startup, che per tre anni e mezzo ha vissuto a San Francisco ma oggi è tornato a Milano, dove si era trasferito quando aveva 18 anni -, abbiamo iniziato a fare soldi sin da subito, raddoppiando ogni anno fatturato e personale, che ora conta 45 persone. Non abbiamo venduto l'azienda per necessità».

Basta dire che lo scorso anno AdEspresso è stata valutata 20 milioni di dollari. «Sono nate speculazioni sul fatto che fosse la cifra di vendita - aggiunge Chieruzzi -, ma non possiamo dichiararla. Sicuramente si parla di decine di milioni, è stata la più grande exit' del 2016 per una startup». Nonostante AdEspresso sia ormai controllata al 100% da Hootsuite continuerà ad avere la sua autonomia gestionale, così come, oltre alle sedi di San Francisco e Vancouver, gli uffici anche a Milano e Roma, visto che lo sviluppo tecnologico del prodotto avviene quasi esclusivamente in Italia, dove lavora gran parte del team. «Il cuore dell'azienda è sempre rimasto italiano - dice Chieruzzi -, e poi al giorno d'oggi, nel mondo del digitale, non è fondamentale dove ci si trova. A San Francisco è stato più semplice trovare finanziamenti, ma anche il nostro Paese si sta muovendo molto. Sono fiducioso, ci sono un sacco di startup che stanno facendo bene, le competenze sono eccezionali e anche il mercato si sta evolvendo». Quale sia la ricetta per affermarsi, o almeno tentare, nel competitivo e dinamico mondo delle startup innovative, prova a dirlo Morettini, che è una delle braccia operative del gruppo e che, con orgoglio, continua anche oggi a vivere e lavorare a Terni. «Bisogna rischiare - dice - proporsi, farsi conoscere e apprezzare in tutti i modi, sperando che anche la fortuna faccia la propria parte. Avere una buona idea però non è essenziale, oggi le hanno in tanti, l'importante è svilupparla celermente e in modo corretto».