Stefano Buttafuoco: «Così avere un figlio con una malattia rara mi ha spinto a non smettere mai di sognare»

"Il cacciatore di sogni" in seconda serata su Rai3

Stefano Buttafuoco: «Così avere un figlio con una malattia rara mi ha spinto a non smettere mai di sognare»
di Angelica Amodei
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Sabato 6 Gennaio 2024, 12:25

“Mai smettere di sognare, perché i sogni si possono avverare. E i miracoli esistono”, parola di Stefano Buttafuoco, giornalista e conduttore televisivo che stasera 6 gennaio 2024, in seconda serata su Raitre, sarà al timone per l'ultima puntata del programma "Il cacciatore di sogni". Cinque puntate con cinque storie che ci hanno fatto vedere come la disabilità non impedisca di smettere di sognare, né di raggiungere traguardi. Anzi: Stefano Buttafoco e i suoi ospiti dimostrano come i punti deboli possano trasformarsi in punti di forza e non precludano la possibilità di farcela. La forza di volontà, la passione, l’amore… fanno tutto il resto. Ogni episodio vedrà la testimonianza di un personaggio della cultura, dello spettacolo e dello sport: nomi del calibro di Andrea Bocelli, Alessio Boni, Giusy Versace, Carolyn Smith ed Elio di Elio e le Storie Tese.

Stefano Buttafuoco ha una sensibilità particolare, che gli permette di comprendere davvero il mondo della disabilità, di penetrare meglio di chiunque altro certi stati d’animo, che vive in prima persona.

Stefano ha un bimbo che soffre di una rarissima malattia, una particolare variante della sindrome di West, riconducibile a una mutazione genetica. Lui ha imparato a vivere felice malgrado tutto, a non mollare mai, a non perdere le speranze. “Sono stato scaraventato in questo mondo 5 anni fa in maniera forte e improvvisa, con la nascita del nostro secondogenito Brando. A lui ho dedicato il libro, "Il bambino 23 – La storia e i sogni di Brando", edito da Railibri. Lui è il 23esimo bambino al mondo con una malattia genetica rarissima. Questo può far capire le paure, le angosce di avere un figlio con una patologia anche difficile da diagnosticare e nessun centro di cura ad hoc, proprio per l’assenza di pazienti. Eppure, io e mia moglie non ci siamo arresi, anzi: è nata un’associazione Unici dedicata alla ricerca sulle malattie genetiche rare. Abbiamo finanziato un progetto di ricerca che sta portando avanti il Bambin Gesù. I medici sono già in contatto con gli Stati Uniti, ci sono anche speranze di trovare una cura In pochi anni abbiamo fatto tantissimo. Perché noi crediamo nei miracoli. Ed è quello che desideravo trasmettere con questo programma".

“Ho avuto a che fare con tante storie di disabilità. Che vanno raccontate per dare la forza agli altri, donare positività e speranza”, dice il giornalista e autore tv. Il cacciatore di sogni non poteva avere altro titolo: “Ci tenevo a dare a una narrazione che partisse non da quello che manca a una persona disabile, ma da quello che ha. Spesso c'è una rappresentazione pietistica, che non è il messaggio giusto. Ringrazio il direttore generale Giampaolo Rossi che si è impegnato direttamente per concretizzare il progetto, il direttore dell'approfondimento Rai Paolo Corsini ed il Vicedirettore Marco Caputo. E grazie a tutta la squadra de Il Cacciatore. Non è il programma sulla disabilità... piuttosto è il programma sulla vita. Raccontiamo l'unicità di storie di vita emozionanti, che saranno commentate da personaggi popolari particolarmente sensibili ai temi dell'inclusione. Ogni puntata è una sorta di docufilm, emotivamente forte, con immagini di una forza indescrivibile”.

Un esempio? “Raccontiamo la storia di Sara Ciafardoni, con una malformazione alla spina dorsale che la costringe sulla sedia a rotelle, ma con la sua scrittura è riuscita ad esplorare territori dell’anima dove pochi sono riusciti ad addentrarsi. Nel suo romanzo, La ragazza che scrive, ricorda che anche dal dolore si può imparare a volare. Ecco Sara ha conosciuto per caso Andrea Bocelli e sono diventati amici veri. C’è questa scena del cantante che porta sulle spalle in riva al mare Sara. Lui rappresenta le gambe di Sara, lei gli occhi di Andrea. Sara ha visto proprio con lui, per la prima volta nella sua vita, il mare”.

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