Pippi Calzelunghe compie 50 anni, l'attrice Inger Nilsson: «Era una bimba diversa, oggi sarebbe bullizzata»

Pippi Calzelunghe compie 50 anni, l'attrice Inger Nilsson: «Era una bimba diversa, oggi sarebbe bullizzata»
di Ilaria Ravarino
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Sabato 5 Settembre 2020, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 20:00
A 75 anni dall’uscita del libro di Astrid Lindgren, e a 50 anni dalla prima messa in onda Rai della serie (il 6 settembre 1970), Pippi Calzelunghe - la bambina ribelle tutta trecce e lentiggini - torna, oggi e domani dalle 13:00 su DeAJunior (Sky, 623), per una speciale maratona con tutti gli episodi dello show, interpretati tra il 1969 e il 1970 dall’unica, storica, Pippi del piccolo schermo: Inger Nilsson, oggi sessantunenne (quasi) pacificata con il ruolo.

Tutti amano Pippi Calzelunghe. E lei?
Ogni attore deve lottare contro qualcosa, e per me questo qualcosa è stato Pippi. All’inizio è stato difficile liberarmene: registi e produttori volevano vedermi sempre come lei. Ma non si possono avere nove anni per tutta la vita.

Era una bambina: chi erano i suoi modelli?
Nessuno. Ho combattuto cosi tanto per essere me stessa, che non ho mai voluto avere in vita mia idoli o icone. Pregavo solo che mi lasciassero crescere. Che smettessero di considerarmi Pippi.

Ha detto che Madonna è la nuova Pippi: perché?
Ha qualcosa di lei. Fondamentalmente fa quello che le pare. Che poi è il motivo per cui Pippi è diventata un’icona.

Le ragazze di oggi sono più libere di allora?
Dipende. Da una parte hanno la possibilità di fare più cose di quante ne potessi fare io. Dall’altra, se provano a essere diverse dal canone, se non rispondono a certe aspettative, rischiano di essere ridicolizzate. Forse oggi una come Pippi sarebbe bullizzata a scuola.

Pippi è femminista?
Non lo so. Probabilmente si, ma non credo che questo aspetto sia mai stato preso in considerazione dall’autrice dei suoi libri. Non aveva retropensieri politici. Sperava solo che i lettori si sarebbero divertiti con le sue storie.

E lei? È femminista?
Si. Ho aderito, insieme ad altre attrici svedesi, al #metoo. Abbiamo organizzato delle letture pubbliche e uno spettacolo a Stoccolma, mettendo in scena storie realmente accadute. Grazie al #metoo le donne ora si sentono più libere di parlare e denunciare, se accade qualcosa di sgradevole davanti o dietro la camera.

A lei è mai capitato? No. Niente che possa paragonare alle molestie subite da alcune mie colleghe. Se qualcuno ci ha provato con me, ho detto di no.

 Che consigli darebbe a una superstar minorenne?
Bisogna ricordarsi che ogni cosa ha un lato positivo e uno negativo. Non è sempre divertente essere riconosciuti per strada. E avere un like su Facebook non significa niente. La vita non è piacere per forza a tutti.

A cosa sta lavorando oggi?
Riprenderò a recitare nella seconda metà di settembre. Sarò sul set di The inspector, un giallo per la tv tedesca, ma ho anche un altro progetto di cui non posso dire nulla.

Non tornerà mica a fare Pippi? So che è in lavorazione una nuova serie, la gireranno in Inghilterra gli stessi che hanno realizzato il film sull’orso Paddington.
Gli hanno ceduto i diritti, magari potrei tornare in un cameo. Si vedrà. Per adesso nessuno mi ha chiamata.
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