Mauro Corona a Verissimo: «Dopo la scoperta della malattia di mia figlia ho smesso di sognare. Riparto ogni mattina da quello che resta»

Il racconto dell'alpinista e scrittore, ospite a Verissimo insieme alla figlia Marianna

Mauro Corona: «Dopo la scoperta della malattia di mia figlia ho smesso di sognare. Riparto ogni mattina da quello che resta»
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Sabato 6 Aprile 2024, 18:49 - Ultimo aggiornamento: 18:51

«La vita forse mi ha dato troppo, quindi ha inziato a togliermi delle cose». Inizia così l'intervista di Mauro Corona, ospite oggi a "Verissimo" insieme alla figlia Marianna. Colpita da un tumore al colon nel 2017, la 44enne da anni continua a lottare contro la malattia, supportata dall'affetto del padre e di tutta la famiglia.

Mauro Corona, chi è la figlia Marianna ospite a Verissimo? Età, il tumore, il lavoro, la passione per le montagne e il rapporto con i genitori

L'intervista

Dalla malattia della figlia ai suoi problemi con l'alcolismo, Mauro Corona è stato oggi protagonista di una lunga intervista a "Verissimo".

Ospite insieme a Marianna, l'alpinista e scrittore si è raccontato a cuore aperto, commovendosi e confidandosi. «Non è solo una malattia di una figlia. Ne ho anche un'altra con la stessa patologia. La vita forse mi ha dato troppo, quindi ha inziato a togliermi cose. Ma non nell'economia. Mi ha tolto l'anima dei miei figli. Qui mi è crollato tutto. Ma da ogni dramma può uscire un po' di luce. Leggendo il libro di Marianna ho capito molte cose. Ho intuito la sua paura, il suo terrore. Questo mi ha lasciato un segno molto profondo. Non ho più sogni. Riparto ogni mattina da quello che resta», ha raccontato lo scrittore.

Sulla sua malattia, Marianna ha poi aggiunto: «La malattia mi ha lasciato grosse fragilità, mi sono aggrappata a quello che avevo intorno a me. Sono andata avanti un giorno alla volta. Sono sempre monitorata».

Infine spazio al racconto di Mauro Corona sui suoi problemi di alcolismo: «Ho avuto problemi fin da piccolo. In paese se non bevevi la grappa da bambino a 9-10 anni non andava bene. Mio nonno mi dava scodelle di vino. Non è una giustificazione o una scusa, però c'era anche da dimostrare che eri macho, che eri uomo, che eri boscaiolo, che eri forte. Ho sempre avuto questo problema con il vino. Adesso da due mesi ho cercato di regolare la bottiglia ma il demonio è sempre lì che ti aspetta al varco. L'ho fatto anche per i miei figli, ma non sono sicuro. Dall'alcol non si esce. Quel veleno è sempre lì. Il problema mio con l'alcol è che non sto male. Mi alzo al mattino, vado a scalare e non ho postumi, non ho niente. Sono qui a quasi 74 anni e ho avuto una fortuna genetica-biologica che i miei figli non hanno avuto. Dovrei ringraziare qualcuno perché bevendo così è come un insulto a chi ti ha dato la salute e la forza».

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