Le frontiere della Videoarte a Roma, tra robot, intelligenza artificiale e cinema

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Martedì 12 Aprile 2022, 20:11

Servizio Laura Larcan. Video Gabrielli Ag.Toiati

Video, ultima frontiera. Viene quasi voglia di citare il capitano Kirk dell'Interprice di Star Trek, perché il video è davvero una frontiera da esplorare, un linguaggio che parla di tecnologia e immagini in movimento, intelligenza artificiale e multimedialità, di proiezioni interattive e spazi immetsivi. Insomma, un linguaggio all'avanguardia tra arte, cinema, televisione animazione 3D.

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Lo racconta a Roma la grande rassegna dal titolo "Il video rende felici", dedicata alla videoarte in Italia e che raccoglie tra Palazzo delle Esposizioni e la Galleria d'Arte Moderna del Comune di Roma una serie di installazioni dagli anni 60 ad oggi, curata da Valentina Valentini, visitabile dal 12 aprile al 4 settembre. E' un viaggio emozionale. Si può entrare letteralmente nell'ambiente labirinto di Marinella Pirelli dove le proiezioni di sculture di Gino Marotta si attivano e cambiano con il passaggio del pubblico. Si può dialogare con la video machine di Donato Piccolo il robot che interagisce con il pubblico attraverso tentacoli con sensori meccanici e dove il video dialoga con l'intelligenza artificiale di un compute che attiva immagini e scene prese da film o cartoni animati. Ci di può rilassare sdraiati su lettini e godersi il video ipnotico di Danilo Correale che restituisce un viaggio nell'inconscio, tra sonno e veglia. E ci si diverte con l'ambiente sensibile di Studio Azzurro, il video interattivo partecipato, dove il pubblico può calpestare virtualmente una serie di coppie checl dormino innescando le loro reazioni all'infinito. E poi ecco il video potente di Daniele Puppi, la sua mano che batte sul muro, e che fa percepire tutta l'architettura dello spazio. Si possono vedere e ascoltare le storie digitali di Elisa Giardina Papa tra poesia e socialità. Fino ai giovani mondani meccanici, i primi a usare la computer graphic nel video e alle video sculture di Mario Convertino. Perché il titolo? Una citazione di Nam June Paik,il padre della videoarte. Diceva: «Il video rende felici perché è come il sesso, lo possono fare tutti». Ed eccolo allora il video, in tutte le sue sperimentazioni.

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