Dopo l’esame di… polacco passato a pieni voti, per Francesca Gandolfi ora è il momento di quello d’inglese. La 16enne tennista romana del TC Parioli sta per concludere un’annata indimenticabile, esplosa con la partecipazione alle qualificazioni dei primi Slam junior (Roland Garros e Wimbledon) negli scorsi mesi, e culminata nella finale del prestigioso ITF J300 di Bytom, in Polonia, a metà agosto. A brevissimo Francesca scenderà in campo su un altro terreno sacro per la racchetta mondiale, quello di Flushing Meadows a New York, per le qualificazioni degli US Open.
Sonego-Sinner agli US Open: orario, dove vederla e i precedenti
BRAVA IN CAMPO…
«A inizio anno non mi aspettavo che avrei partecipato agli Slam, è stato bellissimo», esordisce umile lei, che al Roland Garros ha vinto un turno nelle qualificazioni. «Però mi è piaciuto di più l’ambiente di Wimbledon, l’erba ha un’atmosfera speciale».
… E BRAVA SUI LIBRI
Figlia di Ferdinando, ingegnere delle telecomunicazioni, e Sonia, che lavora nel marketing della TIM, Gandolfi ha due fratelli maggiori a cui è molto legata, Martina e Gianmarco (tennista pure lui). «Ho iniziato a giocare a tennis seguendo loro due che se ne erano innamorati dopo una vacanza ad Agropoli. La mia prima società, a sei anni, è stata il Veio, poi con i maestri d’Innocenzo mi sono spostata al Saxa Rubra e poi alla Rai, da Piero Picchione». L’ultima tappa è stata il TC Parioli, definito «una seconda casa». Francesca abita sulla Cassia e va a scuola al Convitto, indirizzo scientifico-sportivo, la cui sede è al Centro di preparazione olimpica dell’Acqua Acetosa, a tre minuti di macchina dal Parioli. «Mi ci trovo benissimo, è una scuola esigente ma al tempo stesso mi danno una mano con assenze e interrogazioni programmate – spiega – Si aspettano tanto ma mi mettono in condizione di fare sia la studente che l’atleta». A Francesca studiare piace molto, soprattutto fisica. Quando non è impegnata in campo o sui libri, è un tipo “pantofolaio”. «Mi piace rilassarmi, e fare uscite tranquille a Ponte Milvio con le mie compagne di classe o con il gruppo del tennis». Per questi US Open si aspetta un po’ di più da sé stessa, ma soprattutto godersi l’esperienza e l’ambiente, «come se fosse un primo giorno di scuola». In fondo, lei potrà tornare qui da Junior anche l’anno prossimo, ancora più competitiva.