Rugby World Cup, Galles meraviglioso espugna Twickenham davanti ai principi Harry e Williams divisi dal tifo

Rugby World Cup, Galles meraviglioso espugna Twickenham davanti ai principi Harry e Williams divisi dal tifo
di Paolo Ricci Bitti
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Domenica 27 Settembre 2015, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 17:17
dal nostro inviato
LEEDS Travolti da una sfrenata passione per il grande rugby di Inghilterra-Galles, il massimo che si possa desiderare soprattutto se si arriva dalla prima periferia ovale in cui abita l’Italia, che si offre così raramente puntate tra le sfavillanti vetrine del centro.
Reduci dalla vittoria con mille amarezze degli azzurri con il Canada a Leeds, non restava che rifarsi gli occhi e il cuore con la sfida attesa da oltre un anno, da quando un cervellotico sorteggio aveva ficcato nella stessa poule della Coppa del Mondo i padroni di casa, gli inglesi insomma, i loro arcirivali non certo solo nel rugby, i gallesi, e poi Australia, Fiji e Uruguay. Girone della morte, in altre parole, perché si qualificano ai quarti solo le prime due.
DAL 1883
Ora, il confronto tra inglesi e gallesi va in onda, nell’ambito di una competizione a più squadre, dal 1883, prima edizione dall’allora Quattro Nazioni, ma poi dal 1987 la Coppa del Mondo ha aggiunto altre succulente possibilità di incrociare i pugni: gli inglesi per confermare che sono loro i padroni del vapore, i gallesi per ribadire che questo assoggettamento non lo accetteranno mai.
Lontani da Twickenham e ancorati a Leeds, non restava che fiondarsi in un pub preparandosi a una continua mischia di corpi ondeggianti con costante viavai di pinte di birra. E poi chissà per chi avrebbe tenuto la folla in questa città industriale nell’inghilterra del Nord dove il rugby a 15 viene di gran lunga dopo il calcio e il rugby a 13? Presto detto, metà e metà anche se di gallesi ce n’erano ben pochi.

PRINCIPI CONTRO
Unanime tuttavia il consenso, nel pub pieno all’inverosimile, per le loro altezze reali inquadrate dalle telecamere e sedute una fianco all’altra a Twickenham, ma divise da una rivalità legata a compiti storici di rappresentanza: da una parte, allora, il principe Harry dalla barba rossiccia e dall’ovvia passione per l’Inghilterra (della cui federazione è presidente onorario) sempre manifestata con grande evidenza per la gioia dei fotografi, dall’altra il fratello erede al trono, il principe Williams, anch’egli tifoso dell’Inghilterra, ma presidente onorario della federazione gallese, così come la madre Diana ne era la madrina: quando appariva, immancabilmente vestita di rosso come le maglie dei Dragoni, sulla tribuna dell’Arms Park, tutto lo stadio tratteneva in respiro.
Così Harry, in maglia bianca e rosa dei Tudor, si è sbracciato in maniera assai plebea quando l’Inghilterra volava in meta, mentre il fratello, in felpa rossa con le tre piume, sorrideva più composto (ma qualche volta si è lasciato andare pure lui) quando a segnare erano i gallesi. Inappuntabile, alla sua sinistra, la moglie e duchessa di Cambridge, Kate Middleton, pure appassionata, come la sorella Pippa, di rugby, versante Inghilterra, va da sé. Tutti e tre, reali democratici, hanno cantato entrambi gli inni.

SORPRESA
La partita, l’avrete ormai saputo, è stata vinta contro il pronostico dal Galles (25-28) con un’impresa già scolpita nel marmo della Storia, stordendo, ben più delle birre, gli avventori del pub vicino al fiume Aire. Il canto Swing Low pro inglesi si è levato più volte al soffitto, ma poi la Terra dei nostri padri (gallesi) ha avuto l’onore dell’ultimo giro fra abbracci molto da terzo tempo, perché uno spettacolo come quella partita era una benedizione impossibile da non condividere. Una festa in miniatura rispetto a quella che ha terremotato la notte in tutte le valli a ovest del Severn: Cardiff, la capitale, ha smesso di festeggiare solo all’alba.

GRATICOLA
Gli inglesi del ct Lancaster, che sarà messo in graticola per aver voluto puntare sulla fisicità di Farrell e Burgess, pensavano di avere vinto quando si sono portati sul 22-12 a poco più di 20 minuti dalla fine, ma poi i gallesi allenati dal neozelandese Gatland sono rientrati grazie all’infallibile Dan Bigger che ha infilato sette calci su sette compreso quello decisivo da metà campo: ha segnato 23 punti dei 28 della squadra, nuovo record per un gallese contro l’Inghilterra.

ESULTANZA
Non si sa come il pub non sia venuto giù quando ha segnato sotto i pali il mediano di mischia gallese Gareth Williams raccogliendo il calcio a rientrare dalla touche di Lloyd Williams: un pezzo di strategia tattica d’antan, quel calcio-cross al centro del campo, che veniva insegnato alle ali già prima della Grande Guerra, quando gli omoni della mischia, allora assai poco mobili, si muovevano in pratica solo sull’asse centrale del campo.

INFORTUNI
Per di più Lloyd Williams è un mediano di mischia schierato all’ala per necessità perché ieri sera, ad aumentare oltre il limite del possibile il tasso di epicità del match giocato davanti a oltre 80mila fedeli a Twickenham e a 13 milioni di spettatori in tv solo in Gran Bretagna, c’è stata anche la raffica di infortuni (tre solo nel finale) che ha falcidiato il Galles, costretto a mandare in campo tutta la panchina rimescolando i ruoli (l’ala North è diventata centro, ad esempio) per terminare la partita in cui il capitano Warburton ha giganteggiato anche in nome dei tanti compagni in tribuna per i ko subiti nelle settimane scorse. Tra questi pure Halfpenny, calciatore infallibile, la cui assenza aveva drammaticamente fatta precipitare le quote a favore del Galles. E invece Biggar ha fatto bottino pieno.

DISPERAZIONE
Che soddisfazione, poi, per i gallesi, vedere gli avversari fallire nel loro ultimo tentativo di ribaltare il 28-25: avrebbero puntuto tentare, per quanto difficile, la via dei pali per pareggiare (e due punti sono sempre meglio di uno, quello del bonus difensivo) e invece hanno cercato la meta della disperazione con un calcio di punizione in touche. Proprio come hanno fatto, con successo, i piccoli giapponesi contro i colossi sudafricani. Ma ciò che è sorprendentemente riuscito agli “under dog” orientali non è stato nemmeno sfiorato dai potenti inglesi: appena Robshaw e compagni hanno artigliato la palla, una marea rossa li ha inglobati e spinti in rimessa laterale. Addio Inghilterra, violato, come nel 2012, il tempio di Twickenham, la Fortezza.

INCERTEZZA
Che accadrà sabato sera quando toccherà all’Australia mettere a prova gli inglesi la cui uscita prematura dalla Coppa del Mondo “Too big to miss” non può nemmeno essere immaginata? E i gallesi, ebbri di successo, ma stremati e senza più truppe, che combineranno con Fiji e gli stessi australiani?

Ah, che mondiale magnifico e pazienza, si pensava nella notte di Leeds con una bella luna, se l’Italia con questo rugby ha ancora a che fare solo così di rado.

IL PROGRAMMA
Ieri: Italia-Canada 23-18; Sud Africa-Samoa 46-6; Inghilterra-Galles 25-28
Oggi (tutte in diretta su Sky Sport 2): alle 13 Australia-Uruguay; alle 15.30 Scozia-Usa; alle 17.45 Irlanda-Romania.
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