Moto Gp, Capirossi: «Dopo Silverstone godiamoci un appassionate Misano»

Moto Gp, Capirossi: «Dopo Silverstone godiamoci un appassionate Misano»
di Flavio Atzori
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Giovedì 6 Settembre 2018, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 14:21
Piloti si nasce, non lo si diventa. La distinzione non è formale, anche perché quella passione, quella velocità, quella capacità di saper raggiungere determinati limiti rimangono dentro di te anche una volta sopraggiunta la pensione motociclistica. Lo sa bene Loris Capirossi, 45 anni suonati ed un polso destro da ventenne, capace di sfornare tempi di tutto rispetto su di una Aprilia RSV4 targa e fanali al Mugello solo per il gusto di girare. Dal circus iridato del Motomondiale non se ne è andato; ha cambiato ruolo: responsabile per la sicurezza dei circuiti. Un riferimento ideale per i piloti che in lui possono vedere un ponte con IRTA, Dorna e Federazione. Già, perché Loris capisce come ragionano un Marquez, un Rossi o un Dovizioso. Hanno il suo stesso animo.
Un elemento importante questo, sopratutto in situazioni come quella di Silverstone.
«Quello è stato un weekend complicato. Domenica i piloti, senza esser chiamati, si son ritrovati spontaneamente negli uffici dell'IRTA e hanno stabilito di non correre. Siamo stati subito d'accordo. Le polemiche sulle ispezioni? Abbiamo controllato il circuito anche con Crutchlow ed era tutto ok. I problemi sono giunti in occasione della gara di Formula 1. Silverstone è un circuito storico, dovevano esser loro a pensarci. Le faccio un esempio. Se noi facciamo un'ispezione ed è tutto in ordine, poi corrono, non so, i camion, e dopo torniamo e troviamo la pista distrutta, la responsabilità di rimettere in ordine la pista è del tracciato». 
Dalla pioggia di Silverstone al sole di Misano: che stagione è quella che arriva in Romagna?
«Marquez sta dominando il campionato, ma ogni corsa è appassionante. Lorenzo ha trovato finalmente il giusto feeling con la Ducati, Dovizioso è sempre presente in vetta e non dimentichiamoci Valentino Rossi. È incredibile la sua forza di volontà a questa età».
Rossi giocherà in casa a Misano. A Silverstone la Yamaha sembrava tornata competitiva...
«Gli ultimi test di Aragon sembra siano stati d'aiuto per sistemare i problemi elettronici. Certo, se la Yamaha sarà competitiva, non da meno saranno Honda e Ducati. Sarà una grande lotta. Attenzione anche ad Aprilia, nei test svolti qui sono andati bene».
Parliamo di Marquez. È giusto definirlo ormai maturo e non più scavezzacollo?
«Non è più un ragazzino, è diventato un uomo. È più calcolatore: intendiamoci, rimane sempre molto aggressivo, e se c'è da rischiare rischia, ma ora è più calcolato il suo margine. E poi, è un innovatore: ha portato lui la guida con il gomito. Ora ha inventato questa tecnica per salvarsi dalle cadute. Tra 5-6 anni tutti i piloti riusciranno ad emularlo».
In Ducati la competizione Dovizioso-Lorenzo ha portato più benefici o problemi?
«È uno stimolo per entrambi. Jorge vuole dimostrare cosa ha perso Ducati e dimostrare di essere forte. Dovizioso è molto veloce, si è giocato il mondiale e quest'anno vuole confermarsi. La Desmosedici poi, è una delle moto più competitive del campionato. È vero, tra Lorenzo partito in sordina e qualche errore di Andrea la situazione non è rosea per vincere il mondiale, ma i campionati sono sempre difficili. Sopratutto se devi combattere con Marquez».
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