UNA CERTEZZA
Domenica alle 15 contro il Brescia sarà in campo dal primo minuto per l’11ª volta consecutiva, in una stagione in cui ha collezionato 16 presenze e segnato 5 gol, uno in meno di bomber Dzeko. Nessuno nella Capitale si illude che Nicolò rimanga in giallorosso per sempre come hanno fatto Totti e De Rossi, anche perché per loro Roma significava casa. E nell’epoca del fair play finanziario e delle plusvalenze, sarà molto complicato - anche se dovesse cambiare la proprietà - dire di “no” a un’offerta che superi i 60 milioni di euro. Perché è questa la cifra che sarebbero disposti a pagare lo United o il Psg. E altrettanto complicato sarebbe dire “no” a un contratto faraonico da oltre 10 milioni l’anno. A tutto questo, però, il piccolo diamante giallorosso non pensa perché si sta concentrando sulla sua squadra e sull’Europeo del 2020: «Vorrei che i tifosi della Roma sapessero quanto li amo e quanto apprezzo quando urlano il mio nome. È una cosa che mi esalta. Il mio tempo libero? Non ho tempo di andare in giro per la città, la mia routine è allenamento, casa e partite. Sto con la mia famiglia e con la mia ragazza». Una famiglia che non lo lascia mai solo, che lo sta crescendo ed educando per non fargli perdere la via maestra grazie alla quale un giorno salirà nell’olimpo degli dei del calcio assieme a campioni come Totti. Ed è proprio Francesco che continua a dargli preziosi consigli nonostante abbia deciso di lasciare il club di Pallotta e di non tornare: «È un’icona, è difficile da spiegare quanto sia importante per la Roma e per l’intera città. Il paragone con lui è una motivazione in più per dare il massimo ogni giorno».
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