Roma, urla da Trigoria:
De Rossi attacca Borriello

Borriello e De Rossi
di Ugo Trani
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Mercoledì 1 Dicembre 2010, 14:23 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 20:25
ROMA (1 dicembre) - Solo 5 i punti presi dalla Roma in trasferta, tre dei quali presi all’Olimpico, nel derby. La sconfitta di Palermo, come era prevedibile, basta e avanza per far salire nuovamente la tensione dentro Trigoria: il rendimento esterno in campionato è da zona retrocessione, fuori casa solo due squadre, il Bologna e il Lecce, hanno preso più reti dei giallorossi. Si discute, insomma, negli spogliatoi e anche animatamente. Era già successo lo scorso 20 ottobre, a poche ore dal crollo interno con il Basilea e nel giorno del cinquantanovesimo compleanno di Ranieri: maxiprocesso, alla presenza di Rosella Sensi e della sua Triade, con un faccia a faccia a trecentosessanta gradi e i giocatori espliciti, su richiesta del club, anche nei confronti del tecnico, sui temi che ancora oggi sono d’attualità, come la preparazione atletica mal calibrata in estate (il gruppo, dall’inizio della stagione, sta in piedi al massimo per metà gara), le sostituzioni in corsa e il sistema di gioco.



Stavolta i calciatori hanno discusso tra loro più che con l’allenatore. Qualche botta e risposta sulle situazioni vissute in campo e soprattutto finite sotto la lente d’ingrandimento delle telecamere, liti e vaffa a volontà che non hanno inviato una bella cartolina dalla Sicilia a chi era in poltrona a seguire la diretta tv. E che sporcano la faccia di un gruppo che, in particolare nell’éra Spalletti, se doveva risolvere problemi personali, quasi sempre sceglieva di farlo al chiuso e non a cielo aperto come è successo al Barbera domenica sera. Chiariamo: non è stata la prima volta in questa stagione, ma è normale che, quando certi atteggiamenti coincidono con una sconfitta, è difficile farli finire con un abbraccio totale o un sorriso spontaneo.



Così De Rossi ha voluto chiarire, in modo efficace e anche forte, con Borriello. A fin di bene, proprio per far capire all’ultimo arrivato che smaniare platealmente (eufemismo) nei confronti dei compagni offre un’immagine distorta dei rapporti interni che, tra la maggior parte dei giocatori, sono ottimi. I due si erano beccati nella ripresa, mandandosi reciprocamente a quel paese, prima di una punizione decentrata nella metà campo del Palermo. Daniele, scuro in volto, ha poi lasciato in anticipo Trigoria (impegni assicurativi legati all’infortunio in nazionale), dopo aver lavorato poco meno di un’ora in palestra.



Ranieri, invece, si è dedicato alla squadra. Una riunione davanti al video, durante la quale è stato duro. Con il gruppo in generale e con qualche singolo. Il rimprovero generale si è basato in particolare sull’approccio sbagliato nella ripresa, sui troppi errori nei disimpegni anche da parte dei giocatori più tecnici, su quei passaggi che non ci sono stati ignorando i compagni liberi e sui tanti contropiede lasciati al Palermo, almeno quattro volte rosanero in 7 e giallorossi in 3. «Non è da grande squadra farsi trovare così impreparati». Poi è passato ai singoli: si è rivolto a De Rossi, chiedendogli più concentrazione e presenza, e agli altri centrocampisti, Pizarro e Simplicio, poco precisi e presenti, e a Menez. Al francese ha dedicato una sostanziosa parentesi, pretendendo da lui meno dribbling e più assist. «Devi dare quel pallone».



Anche Julio Sergio ha avuto la sua razione. Ranieri avrebbe voluto che il portiere si facesse sentire di più con i difensori: «Non gli hai detto niente: eppure abbiamo preso tre gol simili, sempre dallo stesso lato». In sede Rosella Sensi, ancora irritata per il viaggio a salve. Nessun contatto con Ranieri, a conferma che i rapporti non sono più quelli della stagione scorsa. Il tecnico ancora aspetta la convocazione per il rinnovo del contratto, ma la presidentessa ha ormai il via libera dalla Banca solo per quello di Mexes, anche lui in scadenza a giungo.
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