Pellegrini l'erede designato è appannato: la Roma soffre

Pellegrini l'erede designato è appannato: la Roma soffre
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 3 Febbraio 2020, 09:30
Lorenzo, che succede? Non sembra lui: nervoso, impreciso. Quella voglia di primeggiare lo porta a strafare. O forse quell’infortunio di fine settembre si sta facendo sentire oggi, limitandogli il fisico e rallentando le gambe. Un appannamento fisiologico, ma proprio non ci voleva perché, se si abbassa il livello dei giocatori migliori, e Pellegrini è tra questi, la Roma va in bambola, vedi Sassuolo. O forse sarà la partenza di Florenzi, che ha spalancato una porta ma Lorenzo non è ancora pronto, né vuole attraversare, e di questo ne soffre. Perché lui è l’ultimo dei romani, primo dei capitani del futuro. 
RENDIMENTO
Ma guardiamo il rendimento: non continuo come prima di Natale. Questo 2020 appena cominciato non è alla Pellegrini. Torino, Juve, Parma, ancora Juve, Genoa, il derby, poi Sassuolo. Quel Pellegrini di classe si vede e non si vede. E, in quanto erede designato di Totti, viene investito di responsabilità che non vuole o che semplicemente solo ha bisogno di rimandare, quantomeno di gestire. Per Lorenzo, questo, è un anno importante: l’investitura di Totti («per me è il capitano della Roma, il mio erede»), l’Europeo alle porte, le parole dolci di Fonseca nei suoi confronti. Pellegrini è diventato un calciatore fuori dalla norma, per questo da lui si pretende sempre di più. E quello che fa non è mai abbastanza. Le prestazioni contro Genoa e Lazio sono state buone, ma a tanti non sono bastate. Perché da Lorenzo si pretende troppo: come in quel Parma Roma di Coppa Italia. Lì ha trascinato la squadra, al di là della doppietta, la prima in giallorosso. Quello è il Pellegrini che Fonseca - e non solo - ama, quello della palla gol, quello che agisce a tuttocampo, che proprio in ogni zona riesce a portare la sua classe. Basti vedere il rendimento pre natalizio (cinque assist e una rete) e post (due palle gol, grazie all’assist contro il Sassuolo, ha superato Kulusevski e Gomez). Lorenzo sa che solo le reti del suo amico Dzeko non possono bastare e lui stesso, sui gol, sui tiri, ancora non si è attrezzato. Deve migliorare. E’ fermo alla doppietta in Coppa Italia e alla rete di Firenze. Pellegrini corre verso i suoi obiettivi, ora ha solo un po’ di fiatone e/ansia da prestazione: il percorso è cominciato. Venerdì non sarà in campo, perché contro il Sassuolo ha rimediato una espulsione, da diffidato poi. Il che significa che quanto tornerà, a Bergamo, sarà di nuovo diffidato. E’ l’occasione per la Roma di ritrovarsi senza di lui (e con Pastore) e per Lorenzo di ritrovare le energie perdute. Ma il futuro non è in discussione. Nei prossimi mesi Pellegrini discuterà concretamente con la Roma il rinnovo (il contratto ora scade nel 2022). Va eliminata la clausola da 30 milioni, per di più pagabili in due anni. Impensabile pensare a un allontanamento di Pellegrini, considerando quanto sia legato alla Roma. «Sono molto ambizioso, che pretende da se stesso e dagli altri. Per me sarebbe perfetto restare qui per sempre. Sono orgoglioso della Roma e penso che la società possa crescere ancora. Qualcuno dice che vincere uno scudetto a Roma è come vincerne dieci. Io ne voglio dieci, non uno. Dieci che valgono dieci», le sue parole scritte sul cuore. Un refrain.
FESTA DA EDIN
Fonseca ha lasciato un giorno di riposo alla squadra che in molti hanno sfruttato partecipando alla festa per i 4 anni della figlia di Dzeko, Una, a Ostia Antica. Tra i presenti Cristante, Kolarov, Jesus, Fazio, Perotti, Spinazzola e anche l’amico Pellegrini.
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